Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

Depistaggi e veleni. Un calvario da quattro anni

«ANCHE se questo significa fare la fame, non voglio più tornare a imbarcarmi». Clemens, 68 anni, è il pescatore anziano dell’equipaggio del Saint Antony. Il 16 febbraio 2012 il cronista Ignatius Pereira del giornale The Hindu parla con lui, coi 7 marinai sopravvissuti e con l’armatore nonché comandante Freddy Bosco. È il giorno dopo l’incidente per il quale l’India, sulla base di un’indagine unilaterale piena di incongruenze e lacune, vorrebbe processare per omicidio i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

PEREIRA scrive che il fatto è avvenuto «mercoledì notte», letteralmente «wednesday evening»Questo giornale ha pubblicato che Bosco aveva detto a un telecronista di Venad News, emittente del Kerala, la sera dell’arrivo nel porto di Neendakara (alle 23 circa) che il fatto era accaduto alle 21.30, cinque ore e mezzo dopo il fallito arrembaggio alla petroliera Enrica Lexie sulla quale era imbarcato il Nucleo Militare di Protezione comandato da Latorre.

Un reporter gli contesta che sta sbagliando i tempi, ma Bosco insiste: «No, erano le 21.30». Con tutta evidenza poteva riferirsi solo al giorno primaSul molo c’è anche il sottoispettore della polizia costiera J. Shaji. CHE NON FIATA quando qualche giorno dopo, durante l’interrogatorio dell’ispettore capo R. Jayara, suo diretto superiore, l’armatore del Saint Antony sposta l’orario dell’accaduto alle 16.30. Una mezz’ora dopo le 16 indicate nel rapporto di Massimiliano Latorre. 

Nel colloquio col reporter di The Hindu, Bosco rivela anche che il suo telefonino aveva campoQuesta circostanza, a suo giudizio, significa che la barca era all’interno delle acque territoriali, a meno di 12 miglia dalla costa. La Enrica Lexie navigava 20,5 miglia al largo di Alappuzha. La sua posizione è una delle circostanze sicure della vicenda. L’ha confermata anche la Corte Suprema indiana nella sentenza che ha sottratto il processo al Kerala e lo ha assegnato a un tribunale speciale di Nuova Delhi.

Bosco, pur avendo il cellulare che funziona, non telefona alla Guardia Costiera per avvertirla, ma avvisa via radio Vhs il suo amico Prabhu, che si trova sulla sua barca a Kayankulam, il quale avverte un certo Aloisius, 56 anni, che a sua volta mobilita Alphonse Philip. Quest’ultimo arriva in commissariato alle 17.30. Parla in modo definito «criptico» col sottoispettore J. Shaji che a sua volta avvisa il suo comandante. Viene mobilitata la Guardia Costiera.

Il 3 marzo Bosco rifila un’altra ricostruzione al giornale Deccan Chronicle. SOSTIENE che gli spari hanno colpito il timoniere Valentine Jalastine, 45 anni, e Ajish Pink, 25 anni, alle 16.30. La sua barca non è più al largo di Allapuzha, ma di fronte a Chertala, a 35 chilometri a sud di Kochi, più a nord. A quell’ora risulta che la Lexie navigasse 28 miglia più a sud. Quando il Saint Antony arriva al molo di Neendakara, Pink ha un braccio irrigidito verso l’alto.

Un esperto anatomopatologo al quale abbiamo esibito l’autopsia indiana ha notato due anomalieLa prima è l’assenza di riferimenti all’ora del decesso. La seconda è che non vengono rilevate «macchie ipostatiche di sangue». Questo particolare farebbe risalire la morte dei pescatori ad almeno 15 o 18 ore prima dell’attracco a Neendakara. Di sicuro non all’orario indicato dall’ultima versione di Bosco quando qualcuno gli suggerito di spostare i fatti alle 16.30, il tempo compatibile con l’allarme lanciato dalla Lexie.

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