Dicono che pravda.ru, il sito della nuova Pravda, non c’entri nulla con la Pravda versione cartacea rifondata da un gruppo di giornalisti comunisti nostalgici dopo la soppressione della Pravda-Pravda da parte di Boris Yeltsin nel ’92. Sarà. Ma leggere  la versione inglese del sito è come fare fare un bel tuffo nel passato, leggendo di complotti antirussi,  yankee cattivoni e Putin cavaliere gentile che combatte a testa alta contro il “drago” occidentale. Con le tradizionali omissioni: non c’è ad esempio – o è nascosta bene – la notizia sull’esclusione della Russia dal G8 dell’Aja e la cancellazione dello stesso G8 a Sochi, trasformato in G7 a Bruxelles.

Nell’era Putin, insomma, i toni da guerra fredda, anche quelli della stampa amica, ricordano sempre più da vicino quelli della vecchia Unione Sovietica. E questo, unito all’uso disinvolto del diritto internazionale da parte dello zar Vladimir, e al neoisolazionismo americano,  è tutt’altro che rassicurante per la vecchia Europa. Chiedetelo alla Merkel: era l’interprete ufficiale di Putin in Europa,  e ora guida lo schieramento dei duri. “La Russia si riprende la Crimea”, titolava con entusiasmo pravda.ru nei giorni scorsi. E’ come se un giorno Renzi decidesse di riprendere a Hollande Nizza e la Savoia…

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