Avere un conto in banca da capogiro e proprietà sparse in tutto il mondo? Essere stato il giocatore più dominante della storia del golf? Avere avuto infiniti rapporti con splendide donne? No, niente di tutto questo. O meglio. Queste sono tutte cose che piacerebbero ma impossibili da realizzare perché di Tiger ce n’è uno.
In cosa potremmo provare a emulare il Fenomeno? Nell’atteggiamento! Lui ha esaltato il pubblico a suon di prodezze ma questo a noi non è concesso, sia per mancanza di audience che di prodezze! Sto parlando ora dell’attitudine quando le cose non vanno bene. Tutti noi ricordiamo il Tiger che scompariva alla fine di un giro storto o quello dai gesti di stizza dopo un colpo sbagliato. Lo abbiamo sempre emulato e anzi, spesso siamo stati meglio del maestro! Bastoni rotti, imprecazioni e addirittura sacche abbandonate (a volte nei laghetti) non sono certo favole bensì fatti reali che accadono quotidianamente sui campi.
Quello che mi ha affascinato e ispirato è il nuovo Tiger. Quello che, dopo aver concluso il suo peggior giro di sempre sul PGA Tour, mettendo in evidenza grandi e preoccupanti problemi con il gioco corto, si è presentato in conferenza stampa davanti a tutti senza sottrarsi ad alcuna domanda. Non era certo contento, questo sarebbe un atteggiamento sbagliato perché denoterebbe menefreghismo, ma ha ammesso che le brutte giornate capitano a chiunque. «Shit happen» diceva Forrest Gump. E allora come si può reagire? Imprecare al cane o al padrone che non ha pulito serve a niente, meglio constatare il danno, pulirsi e ripartire. Così ha fatto Tiger. Ha guardato il suo giro con tutti i suoi errori ed è tornato a casa per rimettersi al lavoro, senza scuse o alibi ma solo con la voglia di tornare quello di prima.