L’annata 2014 non verrà certo ricordata come tra le più brillanti per il golf professionistico italiano. Certo, negli ultimi anni eravamo stati abituati più che bene: dapprima i Molinari Campioni del Mondo, poi le loro vittorie e partecipazioni alle Ryder Cup, quindi l’esordio di Matteo Manassero con una vittoria a stagione. Anche il 2014 ha regalato un successo ai colori azzurri. L’ha ottenuta Marco Crespi, l’outsider che non ti aspetti, che ha conquistato il titolo in Spagna nel mese di aprile.
Dopo questo inizio di stagione promettente però le cose non sono andate secondo le pretenziose aspettative dei tifosi italiani.
Francesco Molinari ha avuto un acuto a The Players ma poi non è riuscito a inanellare la solita serie di risultati positivi. Chicco ha quasi sempre superato i tagli senza però riuscire a centrare delle top ten che gli sarebbero state non solo utili bensì necessarie per la qualifica alla Ryder Cup.
Peggio di lui ha fatto Matteo Manassero che ha bisogno di trovare fiducia e morale. Il giovane veronese ha attraversato la prima vera stagione difficile da quando è passato al professionismo. Sono mancati i risultati ed è crollata la classifica che lo vede lontano dalle posizioni alle quali ci aveva abituato. “Lo swing è a posto”, mi aveva detto confermando la tesi del suo allenatore Alberto Binaghi, però qualcosa ancora con il drive non funziona.
Discorso opposto invece per Edoardo Molinari che, dopo il lungo periodo di stop a causa degli infortuni, sta tornando in piena forma. Nonostante il torinese abbia chiuso alle spalle del fratello, la tendenza dei suoi risultati fa vedere il risultato in un’ottica differente. In fondo nello sport invertendo i fattori, seppur i risultati restino i medesimi, ma la sensazione è differente.
L’inverno alle porte permetterà ai nostri quattro alfieri di ripristinare la miglior forma arricchiti dall’esperienza della stagione appena conclusa? Forse non del tutto poiché la pausa è di poche settimane. Francesco Molinari e Matteo Manassero tenteranno la strada americana ricca di punti e prestigio. Poi conunque ad aprile, se non saranno arrivati risultati eclatanti, torneranno stabilmente in Europa.
A loro si affiancheranno Renato Paratore, Andrea Pavan e Alessandro Tadini. Il primo ha le carte in regola per diventare il nuovo “Manassero” dell’European Tour. A pochi giorni dai 18 anni ha sfiorato l’impresa di vincere la durissima QS School. “Non ha paura di scendere sotto i 70 e questa è una dote insita nei campioni” mi aveva detto Manassero all’Open d’Italia e c’è da fidarsi. Andrea Pavan si è ripreso quello che gli spettava. Il romano aveva infatti perso la carta per un paio di colpi nell’ultimo torneo della stagione regolare ed è dovuto tornare a riconquistarsela a Girona. Negli ultimi anni ha sempre iniziato bene la stagione per poi perdersi, penso che il 2015 sarà per il romano l’anno della svolta. E Alessandro Tadini? Beh, che dire! “Muso” è un grande esempio per tutti. Classe 1973 ha disputato la sua prima gara nell’European Tour nel 1996. Nei suoi 19 anni di carriera come giocatore del tour (tra European e Challenge) ha ottenuto 44 top ten e 4 vittorie. Ha guadagnato quesi 2 milioni di euro in premi e fa la cosa che più gli piace: giocare a golf!
Lasciamoci quindi il 2014 alle spalle e, come i nostri campioni, impariamo dall’esperienza cercando di vedere le cose in modo positivo, dote che nel golf è quanto mai necessaria. In fondo ripartiamo da 7 giocatori sul Tour, chi lo avrebbe immaginato uan dozzina d’anni fa?