Giovedì 18 Aprile 2024

CONTRO BICI CONTROMANO / Lopresto: "Una proposta pericolosa. Anche perché in Italia troppi aurtomobilistui sono indisciplinati"

Il collezionista di auto d'epoca: "Resto comunque favorevole all'aumento della circolazione delle due ruote nei centri storici. Ma non contromano."

Corrado Lopresto (Newpress)

Corrado Lopresto (Newpress)

Bologna, 16 settembre 2014 - Bici e vivere bene sì. Ma con le regole. Corrado Lopresto è uno dei primi collezionisti di auto d’epoca nel mondo. Anzi, il primo: “Ho vinto 4 volte il Villa d’Este, 6 volte il Pebble Beach in California – spiega entusiasta al telefono l’architetto di Bagnara Calabra, ormai trapiantato a Milano dal 1981 -. Nessuno come me. Ho esposto anche al museo Louwman in Olanda. Le auto sono la mia vita”. 

Un vero amante dell’auto. Ma cosa ne pensa della querelle sul “senso unico eccetto bici”?

“Dotare i ciclisti della possibilità di andare in senso inverso nei sensi unici è pericoloso. Chi guida in Italia in città spesso è indisciplinato, le macchine vanno ad alta velocità anche in zone centrali. La segnaletica a volte è scarsa, a volte c’è poca luce, poca sicurezza. Inserire una regola del genere nel Codice della Strada sarebbe un tipico escamotage all’Italiana”.

 E’ d’accordo col ministro Lupi allora? 

“Certo. Ma intendiamoci: sono assolutamente favorevole all’aumento delle aree ciclabili e al miglioramento della circolazione delle bici nei centri storici. Non però all’apertura selvaggia ai contromano. Sarebbe una forzatura. Tra l’altro all’estero ci guardano e si pongono delle domande”.

Un esempio?

“Ho ospitato degli amici a Milano e dopo un giro in centro mi hanno chiesto: ‘c’è per caso uno sciopero dei mezzi pubblici?’. Vedevano una marea di auto parcheggiate, non riuscivano a capire perché. In molte città europee il centro è off limits per le automobili”.

Tante città italiane però si stanno aprendo alle bici, a onor del vero aumentano le misure ad hoc. Qual è la sua posizione in generale?

“Amo le auto. Ma, anche vedendo l’esperienza fatta da mia figlia in Erasmus all’estero, sono favorevole a regole che aumentino la vivibilità dei centri urbani e che abbassino lo smog. Siamo anni luce dietro all’Europa: dobbiamo fare più piste ciclabili e chiudere i centri storici. Ma non solo il weekend, anche da una certa ora in poi. Fuori dall’Italia è tutta un’altra storia. Rispetto per le automobili, ma con un occhio alla qualità della vita”.

Una moglie che la segue nei concorsi in tutto il mondo, tre figli appassionati come lei. Quando è diventato collezionista?

 “A 18 anni. La prima fu una Fiat Balilla a tre marce. La passione è di famiglia: mio padre giù in Calabria aveva un’azienda di costruzioni stradali. Con mio cugino andai a Roma a far restaurare l’Aurelia di famiglia e da lì prese ancora di più fuoco la passione. Oggi quante macchine ho? La metà mi quelle che vorrei, come mi ha detto il proprietario del Louwman”.

Qual è lo stato di salute del mercato dei collezionisti d’auto?

“Una volta i pezzi di ricambio non si trovavano, oggi invece il commercio tiene alla grande. Ho vinto 200 premi in tutto il mondo, colleziono solo macchine italiane d’epoca. Ma dopo di me ci sono gli americani: sono grandi collezionisti e hanno anche agevolazioni fiscali notevoli”.