Mercoledì 24 Aprile 2024

Bersani e il 'nodo Leopolda': "Se fosse fatta come Pd sarei in prima fila"

A Ballarò l'ex segretario torna a spiegare la sua idea di partito: "La mia parola chiave non è opportunità ma uguaglianza". Partito grande? "Basta che non ci siano Berlusconi e Verdini"

Pierluigi Bersani e Matteo Renzi (Ansa)

Pierluigi Bersani e Matteo Renzi (Ansa)

Roma, 21 ottobre 2014 - "La direzione del PD? Mi pare che nelle intenzioni si è avviato un percorso di discussione su cosa debba essere un partito. Prima di tutti è un collettivo politico che sopravvie al suo leader e deve avere un asse culturale e politico. Io sono affezionato a un'idea di sinistra che forse non è quella che ha Renzi quella della sinistra delle opportunità. La sinistra delle opportunità è una roba da anni Ottanta che, si è visto, è stata un abbellimento della destra. Per me la parola chiave è uguaglianza", spiega Pier Luigi Bersani stasera a Ballarò su Raitre.

IL NODO LEOPOLDA - "La Lepolda? Non vado, quando farà un bella cosa come Pd io sarà in prima fila. Se fai il segretario di un partito e vuoi fare un`iniziativa programmatica aperta a tutti quanti, falla come Pd. Tra l`altro riconosco a Renzi che se volesse farla come Pd ci riuscirebbe meglio di quanto non potessi riuscirci io".   "Il tuo valore aggiunto - ha affermato l`ex segretario - mettilo a casa tua. Se ti inventi altri marchi, qualcuno, sbagliando, può pensare che stia promuovendo altri prodotti. Mi pare che questo sia indiscutibile, dire il contrario è arrampicarsi sui vetri".

IDEA DI PARTITO - "Vogliamo fare un partito che va da Romano a Migliore? Va bene, basta - rimarca l'ex segretario Pd - che non ci siano Berlusconi e Verdini". "Il tema del 'pigliatutto' per un Paese non è un'idea positiva perché - rilancia - determina un conformismo paludoso con ai margini una radicalizzazione. Due cose inservibili per il cambiamento e per le riforme". "La vocazione maggioritaria - conclude Bersani - vuol dire che tu ragioni 'come se fosse'. Devi avere certamente una vocazione nazionale che, quindi, si carica di un equilibrio da mantenere nel Paese, ma non vuol dire aver da soli il 51%. Non è una cosa da escludere in democrazia, ma non è questo il punto". 

LEGGE ELETTORALE - Poi Bersani rivendica almeno una fetta del successo Pd: "Questo governo esiste su quel 25%, quindi io sento che questo è il mio governo. Poi mi vogliono inchiodare in una posizione di quello che sta sul freno, si sbagliano", dice ancora Bersani. "Io - rivendica - parlo come Bersani e lascio libero chiunque della minoranza di fare come ritiene, io voglio essere fino in fondo leale al mio partito e al mio governo. C'è solo una cosa sulla quale non transigerò ed è la legge elettorale". "Fino a quando resisto nel Pd? Questo è il mio partito. Se qualcuno mai pensa che debba essere esaurita la sinistra si ricordi che la sinistra esiste in natura e finché c'è un sentimento di uguale dignità di tutte le persone, la sinistra esiste. Io penso che il luogo in cui far fruttare questo ideale sia il PD, se qualcuno pensa che mai questo ideale debba essere espulso o riciclato in slogan di 30 anni fa - avverte - allora andiamo sul duro, ma certamente nel Pd e dentro il Pd".

MANIFESTAZIONE CGIL - Bersani non appoggia ma "capisce" la manifestazione della Cgil: "Non la appoggio ma la capisco, penso che ci siano buone ragioni, soprattutto quando si parla di dare un occhio alle politiche industriali, sul fatto che abbiamo perso 25 punti di produzione industriale, 19 punti di capacità produttiva, c`è crisi aziendale ovunque. Bisogna che ce ne occupiamo un po` di più. Io devo dare una mano perché ci sia un ponte tra il grande mondo del lavoro con il governo e il partito, darò una mano così".