Riforme, Berlusconi: 'In Aula diremo no'. Renzi tira dritto: 'Deciderà referendum'

Il premier: "Italicum, martedì alla Camera lettura finale". Il leader di FI: "Voteremo contro"

Matteo Renzi in tv, 'sovrastato' dall'immagine di Berlusconi (Ansa)

Matteo Renzi in tv, 'sovrastato' dall'immagine di Berlusconi (Ansa)

Roma, 8 marzo 2015 - "Martedì voteremo no alle riforme - afferma Silvio Berlusconi - per contrastare l'arroganza e la prepotenza di un Partito democratico che è stato incapace di cambiare se stesso e il Paese". Ma Renzi tira dritto e dice: "Puntiamo al referendum perché per noi alla fine decidono i cittadini". 

BERLUSCONI - Berlusconi torna così sul sentiero di guerra, in quello che è l'ultimo giorno di affidamento in prova ai servizi sociali: allo scoccare della mezzanotte, infatti, finirà di scontare la pena che gli è stata inflitta a seguito della condanna definitiva a 4 anni, tre dei quali cancellati dall'indulto, per frode fiscale per il caso Mediaset.

"La nostra coalizione può candidarsi a guidare il Paese - ha detto ancora Berlusconi -: sappiamo che oggi il Paese non sta meglio di come l'avevamo lasciato con le nostre dimissioni imposte nel 2011. Sta peggio dal punto di vista economico, dal punto di vista sociale e dal punto di vista dell'equilibrio delle nostre istituzioni". "I dati confermano la crisi - ha proseguito il leader azzurro - i risparmi delle famiglie sono gravati da maggiori imposte, la disoccupazione è ai massimi e voi in Puglia lo sapete bene perché il 70% dei posti di lavoro negli ultimi anni è stato perso nel sud. La spesa pubblica e il debito pubblico sono aumentati, alla faccia della spending review mai realizzata".

BORDATE A RENZI - "Oggi a palazzo Chigi abbiamo un governo presieduto da un segretario di partito non eletto dai cittadini, che ha promesso tanto e realizzato poco". "Avevamo davvero creduto che si potesse trovare un accordo con senso di responsabilità per mettere fine a un ventennio di guerra civile strisciante - ha aggiunto - per poter fare delle riforme importanti ma purtroppo non è andata così. Ma oggi possiamo dire a testa alta che non siamo stati noi a tradire. Per loro, per la sinistra, dialogare significa imporre i loro interessi di partito e la loro visione del mondo. Ma oggi da Bari, dove auguro al candidato e a tutti gli alleati che lo sostengono di vincere, col centrodestra unito si apre una nuova fase". 

L'APPELLO - "Bisogna dire chiaro che ogni corsa solitaria, ogni cedimento al narcisismo politico individualista, condannerebbe tutti i moderati, tutti gli elettori della nostra parte politica, alla irrilevanza. Mi auguro che tutti noi sappiamo rinunciare all'egoismo di rendite di posizioni personali, e all'egoismo di esprimere successi personali", aggiunge Berlusconi, facendo riferimento a chi si vede crescere nei sondaggi, quindi indirettamente al leader della Lega Nord Matteo Salvini. La risposta non si fa attendere: "Se martedì FI vota contro le riforme, come normale, poi ragioniamo fra opposizioni". 

LA SFIDA DI RENZI - Renzi però sfida tutti e dice: "Ci siamo. Martedì andiamo alla Camera con il voto finale della seconda lettura. Puntiamo al referendum finale perché per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario", scrive il premier nella sua Enews. "Il popolo, nessun altro, dirà se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no. In settimana iniziamo l'esame in Consiglio dei ministri per chiuderlo velocemente. Poi la palla passa al Parlamento con lo stesso metodo della scuola", aggiunge. "Certezza del vincitore, ballottaggio, garanzia di governabilità, parità di genere, metà preferenze e metà collegi" sono i principi cardine della legge elettorale

"In un anno sono aumentati i posti di lavoro, più 134mila. Con le misure della legge di stabilità, zero tasse per chi assume a tempo indeterminato e con la riforma del lavoro (Jobs Act) sarà ancora più facile assumere. Il Jobs Act aumenta le tutele per chi perde l'occupazione, ma soprattutto facilita le assunzioni, con buona pace di chi ha trascinato per mesi una polemica ideologica", aggiunge il presidente del Consiglio. "L'Italia sta davvero cambiando verso, passando dal meno degli ultimi anni al più, ma proprio per questo adesso dobbiamo intensificare gli sforzi. Tutta la fatica di quest'anno rischia di essere vana se adesso non acceleriamo. Guai dunque a sedersi".