Martedì 23 Aprile 2024

Aspettando la disfatta

SECONDO Erodoto, la Fenice risorge ogni cinquecento anni. Silvio Berlusconi, si sa, nella sua vita ha fatto tutto in fretta e non può aspettare. Ha dato perciò appuntamento ai suoi affezionati elettori al primo giugno prossimo, l’indomani di elezioni regionali che per il centrodestra non saranno indolori. S’è scocciato di tutto e di tutti. Con Fitto non ha mai legato. Mai. Lo vede fare quel che lo stesso Fitto rimproverava ad Alfano. Se perciò Fitto se ne andasse (cosa statutariamente complicata), per il Cavaliere sarebbe un sollievo. Berlusconi s’era abituato alle intemperanze di Brunetta, che spesso diceva quel che il Cavaliere pensava. Ma lo diceva in modo giudicato insopportabile dai più, fino a diventare un capogruppo indigesto al gruppo. Il collasso c’è stato quando si son messi di traverso anche Verdini e Romani, gli uomini chiave di un dialogo con la maggioranza interrotto da tempo e quando un uomo paziente come Matteoli ha detto di non farcela più. A questo punto Berlusconi avrebbe due strade per riacquistare la leadership: tornare in televisione per caricare gli elettori o astenersene temendo il peggio e rinviare al dopo elezioni la resa dei conti.

PRIMA delle elezioni politiche del 2006 e del 2013 il Popolo delle Libertà nei sondaggi oscillava intorno al 12%. Li chiamavamo ‘voti di Lourdes’ perché il partito del Cavaliere non toccava palla: eppure c’erano milioni di italiani che non aspettavano altro che votarlo. Appena cominciava la campagna elettorale, Berlusconi scalciava e recuperava una decina di punti, pareggiando di fatto con i vincitori in entrambi i casi. Anche adesso i sondaggi di Forza Italia non sono sotto quella cifra, nonostante se ne siano andati in parecchi. La drammatica differenza è che una parte rilevante del partito non risponde più a Berlusconi e quel che si vede in Puglia (ma anche in Campania e nel Veneto) ne è una dolorosa dimostrazione. 

DA IERI il Cavaliere è un uomo libero. Non ha nulla perciò che gli impedisca di tornare in televisione a dire ciò che vuole. Ma ne è trattenuto dal desiderio di ‘non mettere la faccia’ su elezioni regionali nelle quali non riconosce il partito che ha fondato 21 anni fa. Chi gli sta vicino dice peraltro che lui avrebbe voglia di attaccare la magistratura per la gestione del processo alle ‘olgettine’: fatti salvi gli aspetti psicologici, sotto il profilo politico è meglio che non lo faccia. Nella classifica degli interessi dei suoi elettori, la giustizia non è certo al primo posto in questo momento (Anche se vicende come quella di Bruno Contrada, massacrato per 23 anni e ora giudicato ‘non condannabile’ dalla Corte di Strasburgo, lasciano molto pensare). Come la Fenice della leggenda, Berlusconi sta perciò nascondendo le sue uova per rinascere il primo giugno. Con chi? I bene informati dicono che in Forza Italia ci sarà un azzeramento delle cariche e Mara Carfagna sarà promossa coordinatrice nazionale. È brava, è bella, è decisa. Ma intorno a lei che cosa ci sarà? Un Berlusconi in piena forma politica avrebbe dato filo da torcere al presidente-segretario alle prese con una minoranza Pd stretta tra frustrazione e ribellione. Ma adesso Renzi schiacciasassi corre solo. E lo farà a lungo.