Martedì 23 Aprile 2024

Berlino, maxi blitz della polizia nel bordello Artemis

Si tratta della più grande casa di tolleranza di Berlino. All'operazione hanno partecipato 900 agenti. In manette sono finiti due gestori e quattro "madame", l'accusa è di frode fiscale. Aperta un'indagine per traffico di esseri umani

Irruzione della polizia all'Artemis, il bordello più grande di Berlino

Irruzione della polizia all'Artemis, il bordello più grande di Berlino

Berlino, 15 aprile 2016 - Un raid di oltre 900 agenti nel più grande bordello di Berlino, Artemis, per smascherare un di stema di postituzione "brutale e illegale", in cui è implicata anche la gang di motociclisti Hell's Angels. E' stato portato a termine ieri sera dalla polizia tedesca, uomini della finanza e delle dogne, che hanno fatto irruzione nell'edificio di quattro piani, cosiddetto club per la sauna nuda, arrestando due gestori e quattro "madame". L'accusa è di evasione fiscale e di mancato versamento dei contributi previdenziali: le autorità hanno confiscato 6,4 milioni di euro in contanti. All'interno della struttura gli agenti hanno trovato 117 prostitute e oltre cento clienti.

La prostituzione è legale in Germania, ma secondo la polizia all'interno della casa di tolleranza veniva messo in atto un sistema di prostituzione "brutale e illegale", con sfruttamento di donne prive di mezzi. La polizia ha spiegato che è in corso un'indagine per presunto traffico di esseri umani. A dare il via alle indagini, la segnalazione di una donna, fuggita ai maltrattamenti del suo ex compagno, un "biker" degli Hell's Angels. Il gruppo di motociclisti è finito nel mirino della polizia perché, secondo le indagini riportate dal procuratore Sjors Kampstra, avrebbero procurato le donne in cambio di favori, come ingressi gratis. La maggior parte delle donne della struttura arrivano dall'Est Europa, dalla Russia e da vari Paesi arabi.

Gli investigatori si sono concentrati sulle accuse di evasione fiscale "come fecero con Al Capone" ha detto il capo della procura di Berlino Andreas Behm. Gli inquirenti sostengono che le donne erano costrette a dichiararsi come "libere professioniste", quando in realtà erano vere e proprie dipendenti, con turni di lavoro, tariffe prefissate e consegne per mettere in atto specifiche pratiche sessuali. Non pagando i contributi previdenziali il club avrebbe sottratto allo stato tedesco 17,5 milioni di euro che si sommano alle cifre evase, ha detto il capo delle dogane di Berlino Michael Kulus.