Giovedì 18 Aprile 2024

Tiroide, allo studio farmaco per gli occhi

La disfunzione della tiroide spesso risulta accompagnata dallo sguardo caratteristico con gli occhi sporgenti, anche una volta guariti la fisionomia resta irreversibilmente compromessa, nemmeno la chirurgia estetica a volte riesce a riportare l'espressione naturale. Oggi allo studio un farmaco biologico per vincere l'oculopatia nel morbo di Basedow dei tiroidei

Ecografia della tiroide, foto di repertorio (ansa)

Ecografia della tiroide, foto di repertorio (ansa)

Milano, 7 luglio 2017 - Hanno la tiroide che funziona troppo e possono sviluppare il caratteristico gozzo sul collo: sono i pazienti con morbo di Basedow, disturbo curabile da specialisti, ma anche una grande scocciatura, che colpisce tra l'1,8% e il 3% della popolazione. A seconda dei paesi si tratta di una forma di ipertiroidismo di cui rappresenta tra il 60 e l'80% dei casi. La malattia riconosce una origine autoimmune la cui causa ultima sono anticorpi diretti contro il recettore dei TSH. Essi stimolano un esagerata produzione di ormoni tiroidei che mette sotto stress la ghiandola costretta a un superlavoro. Altra particolarità di questa condizione è il suo comportamento, in quanto può virare e trasformarsi in tiroidite di Hashimoto e ipotiroidismo con relative problematiche di monitoraggio e terapia. La malattia colpisce il sesso femminile più frequentemente (1,5 uomini ogni 10 donne). Su questi temi si è discusso al CUEM (clinical update) che si è svolto all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

L'esordio dei deficit della tiroide è talora insidioso, i sintomi sfumati e poco specifici. Nelle forme conclamate sono presenti nervosismo, insonnia, tremori, palpitazioni, stanchezza, aumento dell'appetito con perdita di peso e, nelle donne, alterazioni del ciclo. Talvolta la diagnosi viene chiarita al comparire dei sintomi oculari con il caratteristico esoftalmo (l'aumento del volume dei muscoli extra-oculari e del tessuto adiposo posteriore al bulbo oculare e l'incremento della tensione e del gonfiore delle orbite). Gli occhi quindi sporgono all'infuori diventando più fissi e alterando l'espressione del volto.

La disfunzione della tiroide spesso risulta dunque accompagnata dallo sguardo caratteristico con gli occhi sbarrati, anche una volta guariti lo sguardo resta irreversibilmente compromesso, nemmeno la chirurgia estetica a volte riesce a riportare l'espressione naturale. Oggi allo studio un farmaco biologico per vincere l'oculopatia detta esoftalmo nel morbo di Basedow dei tiroidei.

L'interessamento oculare (chiamato orbitopatia) interessa il 25% dei pazienti con Basedow-Graves ma alcuni studi che si avvalgono di metodiche strumentali sofisticate parlano di percentuali fino al 70-80%, ha dichiarato in un comunicato il Professor Andrea Giustina, docente all’Università Vita-Salute San Raffaele, Presidente del CUEM e Presidente Eletto della Società Europea di Endocrinologia. Non si tratta di una condizione estetica, i pazienti che non riescono a chiudere completamente gli occhi di notte vanno incontro a secchezza che può favorire infezioni della cornea. La pressione cronica sul nervo ottico inoltre può determinare difetti del campo visivo che in alcuni casi possono evolvere in cecità. In presenza di oftalmopatialieve è opportuno primariamente rimuovere i fattori di rischio come il fumo.

Nelle forme più gravi le linee guida suggeriscono un protocollo con glucocorticoidi e farmaci immunosoppressivi, afferma il Prof. Luigi Bartalena, docente di Endocrinologia all’Università dell’Insubria e direttore di Endocrinologia all’Ospedale di Varese. Ma le maggiori speranze sono riposte nei nuovi farmaci biologici: si attendono i risultati del trial sull'utilizzo del tocilizumab che ha come target il recettore del interleuchina 6”. Mentre i risultati molto promettenti sono venuti dallo studio da poco pubblicato sul New England Journal of Medicine che ha valutato gli effetti del anticorpo monoclonale teprotumumab diretto contro il recettore dell’IGF-1. La ricerca ha svelato risultati sorprendenti proprio sull’ esoftalmo (che notoriamente risponde poco ai trattamenti immunosoppressivi).

L’ orbitopatia, aggiunge il Prof. Giustina in un comunicato, rimane una condizione non sempre risolvibile non essendo scarsamente influenzata dalla terapia tireostatica ed anche non sempre responsiva ai glucocorticoidi. Per questo si guarda con interesse a nuove strategie terapeutiche.