Mercoledì 24 Aprile 2024

Penicillina, 75 anni fa il primo paziente salvato

L'antibiotico viene somministrato per la prima volta il 14 marzo 1943. Col tempo i batteri sono diventati resistenti

Alexander Fleming, inventore della penicillina

Alexander Fleming, inventore della penicillina

Roma, 11 marzo 2017 - Sempre più frequentemente si sente parlare di abuso di antibiotici fra le cause della 'resistenza' di alcuni batteri. Eppure la vita di questa classe di farmaci è relativamente breve. Tutto risale al 1928, quando Alexander Fleming, scopre la penicillina, un antibiotico isolato da prodotti del metabolismo di un fungo, detto appunto Penicillium. Grazie ai suoi studi vincerà, Fleming vincerà il Nobel per la medicina nel 1945. 

Perché la penicillina venga usata per la prima volta a scopi terapeutici bisogna però aspettare il 14 marzo 1942. Sono passati 75 anni dal giorno in cui ad Anne Miller, un'infermiera del Connecticut, venne somministrata una dose del farmaco. Fino a quel momento la penicillina era stata utilizzata solo per alcuni test su uomini e su animali, soprattutto in Gran Bretagna, peraltro con risultati non soddisfacenti. Anne è curata e salvata: è la prima paziente al mondo.  

Quel 14 marzo, la Miller si presenta all'ospedale di New Haven con una febbre altissima che perdura da diversi giorni. La causa è un'infezione da streptococco. Viene trattata con trasfusioni di sangue e operata più volte ma non migliora. E' in quel momento che i medici riescono ad ottenere dal governo un cucchiaio di penicillina, una quantità pari alla metà della scorta presente negli Usa. Anne comincia a stare meglio già dalla prima notte dopo l'assunzione. E' salva. 

"Pur avendo tutti questi anni di attività la penicillina si usa ancora per alcune malattie - sottolinea Massimo Andreoni, docente di Malattie Infettive dell'università di Tor Vergata di Roma - anche se ovviamente con il tempo i germi hanno 'imparato' come difendersi. In realtà già all'epoca era chiaro che si sarebbe verificato il fenomeno della resistenza, e che sarebbe stato necessario studiare nuove armi per vincere la battaglia contro le infezioni".