Meno sale nel piatto per vivere più a lungo

Uno studio americano rivela che se riduciamo del 10% i consumi di sale, potremmo guadagnare in salute e risparmiare anche denaro

Consumare meno sale migliora la salute e le finanze - foto Julie Woodhouse f / Alamy

Consumare meno sale migliora la salute e le finanze - foto Julie Woodhouse f / Alamy

Il numero fa impressione: se riducessimo il 10% del consumo quotidiano di sale, in 10 anni guadagneremmo 6 milioni di anni di vita in tutto il mondo, facendo calare notevolmente i decessi per infarto e ictus. Sono i risultati di una ricerca condotta dalla Tufts University e comparsa sulla rivista British Medical Journal (BMJ).. ANALISI SU TANTI PAESI Gli accademici bostoniani hanno utilizzato un modello statistico studiato per quantificare l'apporto di sodio nelle diete di viversi paesi (183 per l'esattezza) e le sue ricadute sui valori della pressione sanguigna e le conseguenze sulle malattie cardiovascolari. Inoltre, per capirne la portata economico-sociale e gli eventuali risparmi, i dati sono stati confrontati con i programmi pubblici di prevenzione per la riduzione del sodio nelle abitudini alimentari e i relativi costi. Infine sono state elaborate stime tenendo come riferimento le iniziative portate avanti in Turchia e in Gran Bretagna, che puntano alla riduzione del consumo di sale del 10% in dieci anni. ANNI DI SALUTE GUADAGNATII risultati della ricerca dimostrano che una piccola riduzione di sale nella dieta quotidiana porterebbe a evitare la morte per attacco cardiaco e ictus di moltissime persone ogni anno, pari a 5,8 milioni di anni di vita, o meglio di Disability-Adjusted Life Year (DALY), ovvero un valore dato dagli anni di vita persi a causa di questi decessi prematuri sommati a quelli vissuti in stato di malattia. Il 40% di questo valore corrisponderebbe a ictus, il 42% a malattie coronariche e il 18% ad altre patologie cardiovascolari. E NOTEVOLI RISPARMI Oltre che un risparmio in vite umane, una costante riduzione delle quantità di sodio nel piatto significherebbe un notevole risparmio economico. Programmi di prevenzione in tutto il mondo consentirebbero ad esempio quasi 300 mila anni di disabilità in meno in Europa occidentale, con un vantaggioso taglio di costi nella sanità.