I benefici dello sport non escludono nessuno - Foto: George Oze / Alamy
La vita frenetica dei giorni lavorativi mette i bastoni tra le ruote di chi vuole allenarsi con costanza anche nel corso della settimana. Molte persone, infatti, si limitano a fare sport il sabato e la domenica, quando il tempo libero aumenta e la stanchezza diminuisce. Ma l’attività fisica, contrariamente a ciò che potremmo pensare, fa bene anche se viene concentrata solo durante il weekend. A rivelarlo è stato uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine, condotto da tre diversi istituti (Università di Sydney in Australia, Loughborough University in Gran Bretagna e Harvard Medical School negli USA).
UN LUNGO STUDIO La ricerca si è svolta dal 1994 al 2012 e nel 2016 sono stati analizzati i dati raccolti. Il campione era composto da circa 64mila britannici di almeno 40 anni e al termine dell’esperimento sono stati registrati circa 9mila decessi. I ricercatori hanno tenuto sotto controllo le abitudini dei partecipanti (soffermandosi su quelle riguardanti lo sport), che erano già stati inseriti all’interno di studi precedenti.
POCO È MEGLIO DI NULLA I risultati hanno rivelato che, secondo alcuni aspetti, non c’è praticamente differenza tra chi fa attività fisica solo nel weekend e chi suda anche nei giorni lavorativi: i benefici dello sport non escludono nessuno. Nelle persone che si sono sempre allenate massimo due volte alla settimana, infatti, il rischio di morte precoce è diminuito del 30% rispetto ai sedentari (la percentuale di chi fa tre o più allenamenti oscilla attorno al 35%). Gli “sportivi del weekend”, inoltre, hanno presentato miglioramenti anche dal punto di vista della salute del cuore (41% di possibilità in meno di morire per problemi cardiaci) e dei pericoli di contrarre alcuni tumori (17% in meno di chi non fa mai sport).
La morale, perciò, è che lo sport fa sempre bene, anche se si pratica solo per una o due volte a settimana. “Il messaggio fondamentale è che poco è meglio di nulla”, ha detto Emmanuel Stamatakis, autore principale dello studio.