Martedì 23 Aprile 2024

Aids, il virus scompare dopo la cura: "Forse il primo guarito dall'Hiv"

Sperimentato un nuovo protocollo in Gran Bretagna: oltre alla terapia antiretrovirale è stato provato un farmaco che riattiva l'Hiv 'dormiente': niente più traccia del virus

Aids, Hiv (Afp)

Aids, Hiv (Afp)

Londra, 3 ottobre 2016 - Il 'verdetto' definitivo si avrà solo tra qualche anno, ma ci sono ottime speranze che un uomo di 44 anni possa essere la prima persona al mondo a essere guarita completamente dal virus Hiv.  I media britannici esultano: il paziente, riporta ad esempio il Guardian, è stato il primo a completare la sperimentazione di un nuovo protocollo messo a punto da diversi istituti britannici, e al momento il virus sembra sparito dal suo sangue. 

L'importante ricerca è stata condotta su 50 persone e combina l'uso delle terapie antiretrovirali standard con un farmaco che riattiva il virus Hiv 'dormiente' nel sangue, insieme a un vaccino che induce il sistema immunitario a distruggere le cellule infette. E sembra funzionare: nella prima persona che ha completato la cura, infatti, il virus non è più rilevabile nel sangue.

"Questo è uno dei primi tentativi seri di trovare una cura definitiva per l'Hiv - spiega Mark Samuels, dirigente dell'Nhs inglese che sta finanziando il test - È una sfida enorme, ed è ancora all'inizio, ma il progresso è notevole". I farmaci antiretrovirali usati attualmente riescono a tenere molto basso il livello del virus nel sangue, ma non hanno effetto contro quella piccola percentuale di particelle virali 'dormienti' che sono responsabili del ritorno della malattia se si interrompono le cure. 

Nel 2013 aveva suscitato molte speranze il cosiddetto 'Mississippi baby', una bambina nata sieropositiva curata aggressivamente fin dalle prime ore di vita, ma anche in questo caso il virus, che sulle prime sembrava sparito, è tornato qualche mese dopo aver interrotto il trattamento. Lo scorso anno i medici del Necker di Parigi hanno invece presentato il caso di una diciottenne anch'essa nata sieropositiva e curata con la terapia antiretrovirale fino ai sei anni. Nel sangue della ragazza, hanno spiegato i medici pur restando molto cauti sulle prospettive, il virus non è rilevabile ormai da 12 anni.