Venerdì 19 Aprile 2024

Diabete, borsa di studio della Fondazione Lilly a studentessa della Sapienza

Ilaria Barchetta avrà a disposizioneun importo di 210 mila euro per studiare nei prossimi 3 anni gli effetti positivi sulle ossa di alcuni farmaci per curare il diabete. Alla consegna presente anche il ministro della salute Beatrice Lorenzin

Il ministro Lorenzin, la vincitrice Barchetta e direttore della 'Fondazione Lilly' Vasta

Il ministro Lorenzin, la vincitrice Barchetta e direttore della 'Fondazione Lilly' Vasta

Roma, 16 dicembre 2016 - Una borsa di studio da 210 mila euro è stata consegnata stamani a Roma dalla Fondazione Lilly, l’onlus della multinazionale del farmaco con stabilimento italiano a Sesto Fiorentino, nell’hinterland di Firenze. Il comitato scientifico, per questa settima edizione della borsa dal titolo “La Ricerca in Italia - Un’Idea per il futuro”, ha scelto Ilaria Barchetta, studentessa dell’Università La Sapienza di Roma, che nei prossimi 3 anni studierà gli effetti positivi sulle ossa di alcuni farmaci per curare il diabete. L’obiettivo è aiutare i medici a prescrivere la terapia più adatta a ciascuno per ridurre il rischio di fratture nei pazienti con diabete.

La consegna della borsa, una delle più longeve in Italia, è avvenuta al Teatro di Adriano, con l’intervento della ministra della salute Beatrice Lorenzin: «La ricerca è sempre più al femminile. Ha un tasso rosa altissimo e quindi nei comitati scientifici ci vorrebbe qualche donna in più - ha detto la ministra - La ricerca biomedica ci sta dando tante soddisfazione, è un asset strategico di sviluppo ma è anche il nostro presente. Su questo presente possiamo costruire un futuro positivo per pazienti e ricercatori».

Nel corso della cerimonia, il direttore generale della Fondazione Concetto Vasta ha sottolineato che la ricerca italiana è una delle migliori al mondo, ma l’emorragia di talenti fa sprecare al nostro Paese quasi un miliardo di euro l’anno: «Cambiare marcia si può - ha ricordato - offrendo ciascuno il proprio contributo per impedire che i nostri migliori cervelli se ne vadano: lo intende fare il Programma Nazionale per la Ricerca del Miur, che destina oltre il 40% delle risorse totali al capitale umano con l’obiettivo di aumentare il numero di ricercatori nel Paese e attrarre i migliori scienziati, prevedendo l’ingresso di 6000 giovani in più e triplicando i fondi per le infrastrutture. Lo potrà fare la nuova legge di stabilità, che potenzia e proroga fino al 2020 il credito di imposta per ricerca e sviluppo portandolo al 50% per tutte le tipologie di investimenti in ricerca. E in questo contesto va inserito anche il contributo della Fondazione Lilly».

Vasta ha ricordato che uno studio clinico su cinque in Europa è italiano. E che i nostri ricercatori sono all'ottavo posto al mondo per produttività. Nonostante le difficoltà, l’Italia resta infatti un posto dove la ricerca si fa, e bene: i ricercatori italiani sono quarti in Europa per numero di citazioni e influenza, ma soprattutto si realizza nel nostro Paese il 18,2 per cento di tutte le sperimentazioni europee con una crescita di due punti percentuali nell'ultimo anno.

Tornando alla vincitrice della borsa, Ilaria Barchetta ha spiegato che «le persone con diabete sono ad alto rischio di fratture per gli effetti dell’iperglicemia cronica e dello stress ossidativo sull'osso, e perché spesso sottoposte a terapie che ne aumentano la probabilità. Inoltre in questi pazienti la frattura ha un impatto molto negativo perché un eventuale ricovero scompensa spesso la malattia. Gli studi più recenti hanno mostrato che i pazienti in terapia con gli inibitori della dipeptidil-peptidasi 4 (DPP-4) hanno un miglior stato dell’osso, ma il motivo non è ben chiaro: il mio progetto indagherà la correlazione fra l’uso di questi farmaci e i livelli di vitamina D, che ha potenti effetti di immunomodulazione e i cui livelli sembrano aumentare in corso di trattamento con gli inibitori di DPP-4».

Il progetto coinvolgerà circa 200 pazienti che saranno sottoposti a indagini per capire come si modifica il metabolismo della vitamina D a livello del tessuto adiposo, dove la vitamina viene depositata, e, nell'intestino, dove viene assorbita. Inoltre la ricercatrice studierà lo stato osseo e anche la situazione infiammatoria generale dei pazienti in trattamento o meno con inibitori di DPP-4, perché si è scoperto che questo enzima ha proprietà infiammatorie mentre la vitamina D, il cui bilancio nell'organismo sembrerebbe favorito da questa classe di farmaci, ha effetti opposti.

«Il progetto di Ilaria Barchetta - ha aggiunto Stefano Vella, direttore del dipartimento del farmaco dell’Iss e membro del board scientifico della Fondazione Lilly - è stato riconosciuto come il migliore tra i 18 presentati, e potrà dare preziose indicazioni ai medici nella scelta delle terapie per i pazienti con diabete».

Infine, sempre stamani è stato presentato il bando di concorso per l’edizione 2016 del progetto, il cui tema riguarderà l’ambito della dermatologia col titolo “La psoriasi come modello di patologia dermatologica: trasferimento in ambito clinico dei risultati della biologia molecolare e cellulare”.