Giovedì 25 Aprile 2024

Addio al re dei leoni bianchi: la sua seconda vita sarà al museo

Blanco aveva quasi 15 anni, era l’esemplare più vecchio d’Europa. Ora il parco Natura Viva di Bussolengo cerca il successore

Blanco, a sinistra, con una leonessa

Blanco, a sinistra, con una leonessa

Verona, 22 luglio 2017 - Era il leone bianco più anziano d’Europa, ormai prossimo a tagliare il venerando traguardo dei 15 anni , ed era il sovrano indiscusso del parco Natura Viva di Bussolengo presso Verona. Si chiamava Blanco, nel nome è racchiusa tutta la particolarità di questa fiera creatura, dalla folta criniera biondo platino. Si era ambientato bene negli spazi attorno al lago di Garda, il record di longevità ne è la prova. Risultava anche particolarmente fotogenico, tanto che ci restano immagini di straordinaria bellezza, ma l’eredità del Re Leone italiano non si ferma qui. La pelliccia e lo scheletro di questo monumentale capostipite della famiglia dei felidi saranno infatti affidati al Muse, museo delle scienze di Trento, con finalità educative. I visitatori potranno così approfondire la zoologia che contraddistingue i leoni dal manto candido, la cui sopravvivenza sulla Terra è messa a dura prova.

L'animale probabilmente avvertiva la sua fine ormai imminente. «La sera che ha preceduto il decesso – ha dichiarato Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del parco Natura Viva – Blanco non è rientrato nei reparti interni insieme a Lubaya, Kianga e Safia, le tre femmine. Abbiamo lasciato che fosse l’istinto a guidarlo e la mattina dopo ci ha lasciato». Degli 84 esemplari censiti in Europa, Blanco era il decano. In Africa, per il grande predatore, le cose non vanno poi molto meglio. Si calcola ad esempio che siano rimasti circa 200 esemplari di questa sottospecie, circoscritti nel Parco nazionale del Kruger, la più grande riserva naturale del Sudafrica. È infatti qui, così come in Swaziland, Zimbabwe e Mozambico, che il leone bianco sopravvive a fatica, in natura. E pensare che miti e leggende mettevano in dubbio l’esistenza di questa variante dalla pelliccia chiara. Gli studiosi hanno appurato che Blanco faceva parte di una specifica linea generazionale che porta in dote un gene recessivo, cioè un carattere ereditario relativamente poco frequente, che conferisce la tonalità bianca del manto, con occhi verdi-azzurri, da non confondere con la variante albina, con occhi e labbra rossi. Identificata solo nei primi decenni del 1900, in natura la sottospecie bionda è meno favorita rispetto ai leoni dal manto fulvo, carattere quest’ultimo che facilita il mimetismo negli spostamenti.

Il branco delle leonesse del parco ora è rimasto senza maschio dominante, per questo, l’ente ha richiesto alla rete europea dei parchi zoologici un nuovo esemplare. La condizione è che sia un altro leone bianco e che possa così scegliere Safia, bianca anche lei, per dare seguito a una prole che mantenga in vita la genealogia dei pochi leoni dal manto candido rimasti in natura.