Cattura o morte: "Ma c'è anche una terza opzione. Ed è prevista"

Il responsabile degli animali selvatici della Lav interviene sui fatti del Trentino. "La politica resti fuori"

Orso in un'immagine Reuters

Orso in un'immagine Reuters

Trento, 24 luglio 2017 - «L'alternativa c'è. L'ergastolo o l'uccisione non sono l'unica soluzione per l'orso che ha ferito un uomo in Trentino. Lo stesso Pacobace (Piano d'Azione interregionale per la conservazione dell'Orso bruno sulle Alpi centro-orientali) la prevede: è la cattura per spostare altrove l'animale o radiocollararlo». A spiegarlo è Massimo Vitturi, responsabile dell'area animali selvatici della Lav. «L'ordinanza - spiega Vitturi - trascura questa possibilità, perché il governatore del Trentino, Ugo Rossi, subisce attacchi strumentali dalle opposizioni e insieme evidentemente non vuole perdere consensi. Fatto è che l'ordinanza sembra fatta apposta per consentire l'uccisione deresponsabilizzandola. Se l'orso viene sedato, non accade come nei film: ci mette una decina di minuti ad addormentarsi, quindi può reagire e venire abbattuto».

Se fosse Kj2 e in presenza di cuccioli, la stessa colpevole nel giugno 2015 di avere ferito un runner in Trentino, a Cadine, sarebbe anche recidiva. La stessa catturata e radiocollarata nell'ottobre dello stesso anno. «Se fosse - chiarisce Vitturi - non sarebbe niente di grave, ma semplicemente sta facendo l'orso. Se continua a riprodursi è molto importante e tutti i mammiferi, anche i gattini, tendono a difendere i piccoli». Il punto però è che il ferito, a quanto è dato di sapere, parla di un'aggressione senza motivo. «Se l'orso attaccasse senza motivo - sottolinea il responsabile Lav - i sentieri di montagna del Trentino sarebbero lastricati di morti, perché ci sono milioni di turisti e gli orsi hanno un'areale molto ampio su cui si spostano, quindi avrebbero un sacco di occasioni. Invece per fortuna non succede. E nulla sta accadendo ora ai forestali che cercano il presunto colpevole dell'altro ieri, dei quali gli orsi hanno ovviamente avvertito la presenza».

«È in corso un processo indiziario - conclude - in cui gli indizi non sembrano essere tutti valutati. Siamo dispiaciuti per il ferito, ma bisognerebbe capire quanto sono profondi i graffi. Un orso fa molto male, se attacca. Se invece si alza in piedi, è curioso o in fase di avvertimento, poi emette dei suoni, infine corre contro l'intruso, scartandolo all'ultimo, ma se lo sfiora, qualche segno lo lascia. Certo non è facile restare fermi, ma fa sì che l'animale se ne vada. Questo episodio, come quello del runner, vede la presenza di cani. Mentre per Daniza si era parlato di cuccioli avvicinati. Sono i casi in cui l'animale, come quando sta cibandosi, cerca di spaventare. Il punto è che il Trentino non è quello di trent'anni fa: i residenti hanno dei nuovi vicini con cui condividere il territorio e serve un'informazione attiva, non solo siti web e volantini». Per contatti con la nostra redazione: [email protected]