Pastore sgozza 135 pecore e 4 cani maremmani. Denunciato in Sardegna

Leal annuncia la presentazione di un esposto per i gravissimi fatti avvenuti in provincia di Sassari. I servizi veterinari affermano di non aver potuto effettuare controlli. Un cane, ferito gravemente, scampato alla strage

I corpi degli animali ammazzati in Sardegna

I corpi degli animali ammazzati in Sardegna

Roma, 19 ottobre 2017 - L'animalicidio è avvenuto a Ploaghe (Sassari) per mano di un allevatore che ha tagliato la gola a ben 135 pecore e torturato e sgozzato i 4 cani maremmani. Il fatto ripreso dalle cronache locali sta facendo il giro del web, suscitando l'indignazione di tutto il mondo animalista. E' quanto riporta una nota di Leal.

Le "ragioni" del gesto sono che il latte non raggiungeva da tempo gli standard qualitativi richiesti dalla cooperativa alla quale veniva consegnato quotidianamente. Il latte non era adatto al consumo a causa dell'alto contenuto microbico. Si ricorda peraltro che l’alto contenuto di batteri è riconducibile alla negligenza dello stesso pastore dell’osservare una corretta gestione degli animali e delle norme di produzione. Questo è bastato all'uomo per infierire con una crudeltà inaudita sugli animali di cui era responsabile facendoli morire dopo una straziante agonia. Possiamo solo immaginare il mare di sangue, l'inferno di pianti, sangue, belati e abbai di uno sterminio spietato e durato molto a lungo visto l'elevato numero di animali, continua la nota.

"Molti definiscono il gesto dell'uomo follia - si indigna Gian Marco Prampolini Presidente di LEAL Lega Antivivisezionista - ma il pastore dopo aver sfruttato per guadagnare gli animali e aver fatto "lavorare" in cambio di cibo i cani ha perso il controllo a causa del mancato guadagno e si è vigliaccamente accanito verso i più deboli dei quali si è ampiamente fino a pochi istanti prima approfittato. Abbiamo incaricato il nostro ufficio legale che sta procedendo con una denuncia nei confronti dell'uomo e a tempo debito ci costituiremo parte civile. Questo non porterà in vita i poveri animali e nemmeno renderà il pastore un uomo empatico e non violento, ma una vicenda processuale gli farà forse capire che nessuno può disporre delle vite di altri viventi", insiste Leal.

Le responsabilità non finiscono con l'animalicida ma sono coinvolti anche i Servizi Veterinari, come riporta L'Unione Sarda pubblicando un'intervista al capitano della Polizia Locale di Ploaghe Giorgio Sini: "Le carcasse, scoperte sette giorni dopo la mattanza, erano in avanzato stato di decomposizione, ma sono circa 135, più 4 pastori maremmani. Uno, invece, è riuscito a fuggire, e lo abbiamo ritrovato gravemente ferito. Da anni il servizio veterinario non riusciva a effettuare i controlli previsti dalla legge, anche per questo motivo non sappiamo esattamente da quanti animali fosse composto il gregge".

Allevamento, sfruttamento, maltrattamento e abuso vanno a braccetto, il consumo di carne e di prodotti di origine animali porta quotidianamente a galla solo una parte di efferatezze e omissioni da parte di chi detiene il bestiame e da parte, come spesso succede, di chi come le ASL dovrebbe controllare. LEAL sostiene e diffonde la scelta vegana e uno stile di vita cruelty free. Così conclude il comunicato dell'organizzazione.

Secondo gli investigatori il pastore, che nelle ultime ore si era reso latitante, è stato rintracciato dagli agenti della Polizia municipale. L'uomo, un 62enne che già in passato aveva manifestato problemi psichici e propensione alla violenza, non ha opposto resistenza, ha ammesso il suo folle gesto e ha accettato di sottoporsi alle cure mediche. L'allevatore è stato accompagnato all'ospedale Santissima Annunziata di Sassari dove si trova ricoverato nel reparto di Psichiatria. Contro di lui, anche l'Enpa, Ente nazionale protezione animali ha presentato una denuncia alla Procura di Sassari.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]