Giovedì 18 Aprile 2024

Oipa annuncia ricorso contro l'ordinanza anti-orso

Duro attacco dell'organizzazione alla Pat, Provincia autonoma di Trento, che ha varato l'ordinanza di "rimozione"

Orso bruno (foto di archivio)

Orso bruno (foto di archivio)

Trento, 24 luglio 2017 - L’OIPA farà ricorso contro l’ennesima ordinanza scellerata che rappresenta un atto di forza immotivato e non risolutivo da parte della Provincia Autonoma di Trento. Ancora una volta un comportamento che fa parte del normale etogramma specie-specifico dell’orso viene posto al  “massimo livello della scala di pericolosità prevista dal PACOBACE” senza che un consiglio di esperti in plantigradi si sia riunito per la valutazione. Così riporta una nota dell'organizzazione.

“Se la Commissione dei 12 consentirà alla PAT di gestire in via ordinaria la presenza dell’orso in Trentino tramite decisioni che ne mettano a repentaglio benessere e sopravvivenza faremo ricorso al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. Non possiamo più tollerare un altro caso Daniza” sottolinea Massimo Comparotto, presidente OIPA Italia.

Il solito copione estivo si è infatti ripetuto anche quest’anno: la PAT, volutamente non in grado di gestire e far rispettare le politiche di prevenzione per una corretta convivenza con i plantigradi, ha ancora una volta reagito d’impulso senza fare un’accurata ricostruzione dei fatti e senza attribuire a ciascuno le giuste responsabilità. Lo svolgimento dell’azione è lacunoso e a tratti inverosimile, a partire dal pelo ritrovato dal quale si dovrebbe risalire al DNA dell’animale. Come sarà possibile identificare il plantigrado in maniera incontrovertibile? Chi ne sottoscriverà la pericolosità e sulla base di quali criteri? chiede Oipa.  Anche questa volta ritroviamo la scarsa trasparenza che ha accompagnato le ordinanze fotocopia nel caso di Daniza e di KJ2 e che ha già portato una volta alla morte di un’orsa che aveva la sola colpa di aver difeso i suoi cuccioli da un uomo che non ha messo in atto nessuna delle norme di prevenzione e gestione della convivenza con gli orsi; norme pubblicizzate poco o tardivamente rispetto alla stagione della riproduzione di questi mammiferi, continua la nota.

Quello che appare evidente è che la politica è, ancora una volta, prioritaria rispetto alla salvaguardia del progetto Life Ursus e in vista della prossima stagione elettorale gli amministratori locali vogliono affrettarsi a dare risposte a coloro per i quali gli  orsi rappresentano un problema, senza curarsi che tali risposte, oltre a calpestare il diritto di questi animali di vivere in un ambiente in cui loro stessi li hanno reintrodotti, non portano risultati sul lungo periodo, come ci dimostra la cronaca degli ultimi 3 anni” conclude Comparotto. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]