Martedì 23 Aprile 2024

"Dopo i fatti di Viterbo, telecamere fisse nei macelli"

Paolo Bernini del Movimento 5 stelle ha incontrato il Procuratore per approfondire la denuncia dopo le sconvolgenti immagini del macello dove gli animali venivano uccisi senza stordimento

Bernini a Palazzo di giustizia di Viterbo

Bernini a Palazzo di giustizia di Viterbo

Viterbo, 14 dicembre 2017 - Qualche giorno fa le immagini riprese con telecamere nascoste nel macello di Monterosi(Vt) hanno fatto il giro del web indignando migliaia di utenti. Agnelli massacrati senza alcuno stordimento come previsto dalla macellazione rituale consentita in deroga dalla legge vigente, sebbene non siano presenti neppure il rabbino o l’imam come invece previsto dal precetto religioso, e presi a calci, lanciati contro i muri e gonfiati con il compressore affinché la pelle si staccasse più facilmente dalla muscolatura. E' quanto riferisce una nota del portavoce parlamentare di M5s alla Camera, Paolo Bernini.

Scene di ordinaria brutalità, considerate reati per il nostro codice penale. "Mi sono recato nel viterbese insieme al mio collega Massimiliano Bernini e abbiamo appreso che il macello non è più in funzione da un paio d’anni e che lo scorso settembre la srl che lo gestiva ha dichiarato bancarotta. Ma abbiamo voluto vederci chiaro e per questo ci siamo recati dal Procuratore di Viterbo per sincerarci che la faccenda non finisca nel dimenticatoio" spiega Bernini. "Ci è stato spiegato che, sebbene la magistratura sia sensibile a tali tematiche e debba intervenire, in tale circostanza agire non è semplice e l’apertura di un fascicolo d’indagine quale atto dovuto, non garantisce che si giunga a dei rinvii a giudizio con annesse condanne, a meno che non subentrino altri elementi a sostegno dell’accusa. Il problema di fondo è che tali immagini sono state passate in forma anonima all’associazione Animal Equality. Ebbene, non essendoci autorizzazione all’istallazione delle telecamere, tali prove, per il nostro diritto, risultano acquisite illegittimamente e chi ha realizzato le immagini intende restare anonimo per tutelarsi da eventuali ritorsioni, non ci sono testimoni che possano circostanziare i fatti. Pertanto senza alcuni elementi necessari si rischia di avviare un processo per un reato potenzialmente già prescritto, non potendo fissare i fatti in un arco temporale ben preciso. Nonostante ciò le indagini ovviamente proseguono. Ma è per i motivi descritti per che appare ora ancor più urgente che vengano approvate le nostre proposte di legge contro la macellazione rituale, l'inasprimento delle pene per i reati in danno agli animali, l'obbligo di etichettatura ancora più trasparente delle carni e obbligatorietà delle telecamere nei macelli”, conclude Bernini. [email protected]