Traffico di cuccioli: la Cassazione conferma la condanna

Tre anni al titolare di un centro cinofilo del Milanese. Nel 2009 nei capannoni furono sequestrati 112 cuccioli provenienti dall'Est. La soddisfazione della LAV

Cuccioli sequestrati in una foto di repertorio (Dire)

Cuccioli sequestrati in una foto di repertorio (Dire)

Roma, 18 settembre 2017 - La Corte di Cassazione ha confermato la pena a tre anni di reclusione per maltrattamento di animali, falso e frode nell’esercizio del commercio, a carico del titolare di un centro cinofilo dell’hinterland milanese. La LAV si era costituita parte civile nel procedimento.  “Siamo molto soddisfatti della sentenza della Suprema Corte – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile nazionale dell’Area Animali LAV – Il traffico dei cuccioli, oltre al carico di sofferenza per i giovanissimi animali coinvolti e le loro madri, rappresenta un’attività criminosa ancora diffusa in Italia che deve essere adeguatamente punita e contrastata”.

I fatti risalgono al 2009 quando con un blitz gli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Milano e Brescia, insieme al nucleo investigativo ambientale, sequestrarono 112 cagnolini all’interno di una cascina nella campagna milanese. I cagnolini, allontanati prematuramente dalle loro madri - riferisce una nota della LAV -  provenivano dall’Ungheria ed erano stati introdotti in violazione della normativa vigente. Accertamenti tecnici e irripetibili su un campione di 22 cuccioli avevano mostrato che una percentuale superiore al 60% aveva un’età dichiarata inferiore a quella riportata sul passaporto, e che l’intero campione aveva un’età compresa tra i 9 e i 97 giorni, età inferiore, quindi, a quella di tre mesi e ventuno giorni necessaria per essere movimentati, a scopo commerciale e non. E non solo, i cuccioli erano corredati di passaporti falsi nella parte che riguardava l’età e la vaccinazione antirabbica, prosegue la LAV. 

Introdotti illegalmente in Italia i giovanissimi animali erano stati stipati in un capannone dentro casse di plastica in condizioni igieniche inaccettabili, neppure il sistema di riscaldamento era idoneo con conseguente stato di ipotermia dei piccoli animali. Quelli ammalati erano abbandonati a sé stessi in spazi fatiscenti e fu trovato addirittura un cucciolo di chihuahua agonizzante all’interno di un freezer. Dei 112 cagnolini sequestrati ben 28 morirono a causa di parvivorosi e cimurro, insiste l'organizzazione. 

Nei Paesi di origine i cuccioli vengono comprati per pochi euro. La mortalità è alta: si stima che sia intorno al 50% tra il trasporto e dopo l’arrivo in Italia. Un dato che lascia sgomenti e che deve far riflettere su come per mettere fine alla tratta dei cuccioli il cittadino abbia un ruolo fondamentale scegliendo l’adozione da un canile all’acquisto”, conclude Ilaria Innocenti. La LAV ringrazia l’avvocato Roberto Rota del Foro di Lodi per l’assistenza fornita in questo importante e delicato caso, conclude la nota. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]