La triste storia di Aprile, micina morta di burocrazia e sete di denaro

Una signora genovese racconta quanto vissuto, e sofferto, in provincia di Caserta dove aveva cercato di salvare una gattina di appena un mese

La gattina Aprile appena recuperata

La gattina Aprile appena recuperata

Roma, 29 aprile 2017 - C'è una lettera che ci ha colpito. Una lettera che ha scritto, e firmato, Chiara Parodi e che racconta di una storia incredibile con protagonista una minuscola micina. Aprile, così era stata chiamata la micetta, è morta. Ma il suo destino non l'ha deciso la natura ma l'indifferenza dell'uomo, il suo costruire barriere burocratiche, il suo obbedire cieco e ottuso, alla logica del denaro. La storia di Aprile non ha lieto fine ma può far riflettere. E' per questo che pubblichiamo la lettera inviataci da Chiara Parodi. Perché serva, almeno, a far pensare anche solo un momento al destino che scriviamo per tante creature indifese. Tutto è avvenuto in provincia di Caserta. Ecco la lettera di Chiara Parodi.

"La sera del 24 aprile mi trovavo, con il gruppo che stavo accompagnando in vacanza, all'hotel Vanvitelli a Caserta. Ad un certo punto abbiamo sentito miagolare e abbiamo visto una gattina bianca e nera, di appena un mese che forse era stata abbandonata e cercava la mamma, oltre a cercare aiuto. Con le ragazze del gruppo abbiamo cercato di coccolarla e rassicurarla, come si vede dalla foto in allegato, ma era chiaro che avesse bisogno di un veterinario. Il giorno dopo saremmo andate a fare visita alla Reggia di Caserta, dopodiché saremmo rientrate a Genova dove viviamo, per questo abbiamo pensato di trovare qualcuno del posto che se ne potesse occupare, perché non eravamo sicure di portarla con noi visto che il viaggio era lungo".  "Avevamo comunque già deciso che l'avremmo adottata. Tramite amiche volontarie, ho chiesto contatti di volontarie locali, che però, vista l'ora non mi hanno risposto. Ho chiamato la clinica veterinaria casertana, aperta 24 ore, che ha rifiutato di occuparsene, dicendo che per i randagi bisogna chiamare le forze dell'ordine. Cosi ho fatto, ho chiamato il 112. Mi hanno risposto i carabinieri di Caserta, che gentilmente mi hanno messo in contatto con la polizia, che a loro volta mi ha messo in contatto con i vigili. Nessuno se ne voleva occupare, la scusa era la stessa per tutti: "non siamo di zona".  "Fortunatamente, il carabiniere del 112, che ringrazio pubblicamente anche se non ne conosco il nome, ha registrato tutta la conversazione, e capito che non avevo trovato soluzione, mi ha richiamata.Mi ha messa in contatto con il veterinario asl di turno che ha mandato un suo collaboratore a prendere la gattina fuori dall'hotel".

"Appena ci ha informate che volevano portarla al canile, ci siamo rifiutate di lasciarla, consapevoli che non era il posto giusto per una gattina di un mese, senza mamma e già spaventata. La persona ha fatto qualche telefonata, e quando ci ha comunicato che la clinica veterinaria era disposta ad ospitarla per la notte, l'abbiamo lasciata con lui". "Ho chiamato più volte la clinica e ho parlato con la veterinaria di turno. Le ho chiesto chiarimenti sulla salute della gattina, le ho detto che avevamo scelto un nome e che eravamo disposti ad adottarla. L'ho informata che avevo già contattato le volontarie locali, che sarebbero andate a prenderla e se ne sarebbero occupate loro".

"La mattina seguente ho richiamato, e la stessa dottoressa della sera prima, mi ha detto che la gattina aveva la rinotracheite, ma che con un pò di antibiotico sarebbe guarita. Mi ha assicurato che non era grave, e mi ha informata che la stavano trasferendo al canile. L'ho pregata di tenerla, dicendole che sarebbero andate le volontarie a prenderla, ma si è rifiutata, dicendomi che poteva stare solo se qualcuno avesse pagato per lei. Ero disperata, non sapevo cosa fare, noi eravamo in partenza".

"Aprile è stata trasferita al canile, ho chiamato subito il veterinario asl che mi ha assicurato che qualcuno se ne sarebbe preso cura e le avrebbe dato da mangiare ogni due ore. Gli ho lasciato il mio numero e gli ho detto di avvisarmi per qualsiasi cosa. Ho girato il suo numero a una delle volontarie, e si sono accordati per prenderla il giorno dopo. Purtroppo però, Aprile al giorno dopo non ci è arrivata".

"Nessuno mi ha avvisata, nonostante sia stata molto chiara nel dire che volevamo adottarla e che avrebbero dovuto tenermi informata per qualsiasi cosa. Appena ho capito dalla volontaria che qualcosa non andava, ho richiamato il veterinario che mi ha detto che era morta dopo essere arrivata li, ma non è stato in grado di darmi una spiegazione ragionevole, che invece pretendo. Dal suo tono di voce ho capito che non sapeva neanche lui cosa fosse successo. Aprile è morta e io pretendo che mi venga spiegato come è potuto succedere visto che bastavano degli antibiotici". "Ho chiesto informazioni alle persone del posto, e mi hanno detto che il canile non accetta volontari. Me lo hanno descritto come un lager. E' possibile tutto questo in un paese civile come il nostro?".

"Mi hanno detto che a Caserta c'è un gattile, ma che il veterinario asl ha litigato con tutti, per questo non li ha contattati per mandare Aprile da loro, anche se era chiaramente il posto più adatto a lei. Mi fa rabbrividire la veterinaria della clinica. Dov'è finito l'amore per gli animali? Sapeva dove la stava mandando, ma consapevolmente ha scelto per qualche spicciolo".  "Per di più le volontarie con cui ho parlato, qualcuna addirittura vicina alla clinica, mi hanno detto che non hanno mai lasciato un conto in sospeso e che bastava le chiamasse, visto che collaborano da tempo. Noi stavamo già raccogliendo i soldi necessari". 

"Per concludere chiedo che mi vengano date spiegazioni dettagliate sulla morte di Aprile e che si faccia qualcosa per evitare ad altri animali la stessa sorte.Siamo in un paese civile, ma la piccola Aprile è morta senza che nessuno se ne interessasse. E' una fortuna che le abbia fatto una foto, perché fosse stato per alcuni, non se ne sarebbe neanche mai saputa l'esistenza. Aprile abbi pietà di loro, perché davvero non sanno cosa fanno!". Cordiali Saluti Chiara Parodi