Mercoledì 24 Aprile 2024

"Il Tar conferma quello che diciamo da mesi"

Domenico Pianese, segretario generale Coisp sindacato indipendente di Polizia, sul pronunciamento del Tar Abruzzo

Forestale

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Roma, 17 agosto 2017 - “La pronuncia del Tar Abruzzo conferma tutto quanto denunciamo da mesi a proposito di quella parte della Riforma Madia con cui è stato previsto l’accorpamento dei Forestali nell’Arma dei Carabinieri. Una militarizzazione forzata che ha segnato un salto all’indietro verso un anacronistico e insostenibile obbligo di assumere uno status che può e deve essere solo voluto con la massima convinzione, come scelta di vita, come modo di essere. Proprio con la medesima devozione con cui si sceglie, piuttosto, di appartenere a Corpi Civili che ai nostri tempi rappresentano ormai la realtà di tutti i Paesi democratici. Sciogliere il Corpo Forestale dello Stato è stato un errore clamoroso che ha spazzato via con un colpo di spugna decenni di faticose conquiste dei lavoratori che ci hanno preceduto e di cui abbiamo raccolto il testimone orgogliosamente. Oggi un Tribunale dello Stato sugella in via giudiziaria la fondatezza di tutto quanto abbiamo denunciato e lamentato, in ogni sede, in ogni modo, fino ad arrivare in piazza, davanti a Montecitorio, dove abbiamo urlato il nostro dissenso con altre migliaia di colleghi".

Questo il commento di Domenico Pianese, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la notizia che i giudici del Tar dell’Abruzzo hanno rilevato profili di incostituzionalità nel provvedimento con cui è stato previsto l’assorbimento dei Forestali nell’Arma dei Carabinieri, ed hanno quindi sospeso il proprio giudizio e inviato gli atti alla Corte Costituzionale per la relativa decisione, proprio in merito alla forzata militarizzazione del personale transitato nell’Arma.

"Allora c’è stato chi si è girato dall’altra parte – ciò che noi e solo noi non potremo mai fare -, e queste sono le conseguenze. Mortificare le grandi professionalità del personale e i compiti vitali e delicatissimi del Corpo Forestale non è un esempio di razionalizzazione nella Pubblica Amministrazione. E soprattutto non è accettabile lo sfregio intollerabile nei confronti dei diritti di migliaia di lavoratori che sono stati costretti con la forza ad assumere uno status che ne ha stravolto la vita e il lavoro”, così conclude il sindacalista. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]