Giovedì 18 Aprile 2024

Cinghiali a Genova. "Fermare subito gli abbattimenti"

La soluzione all'emergenza, attacca l'Enpa, passa per i metodi ecologici e non certo per la mattanza

Un gruppo di cinghiali

Un gruppo di cinghiali

Roma, 4 aprile 2017 – Applicare le misure previste dalla legge 157/92, vale a dire censimenti scientifici e metodi non cruenti (proposti e valutari dall'Ispra), previsti in via prioritaria e obbligatoria, per la corretta “gestione” delle popolazioni di animali selvatici. E' quanto torna a chiedere la Sezione Enpa di Genova all'indomani del fine settimana di “passione” vissuto nel capoluogo ligure per gli avvistamenti di cinghiali lungo le strade cittadine. Avvistamenti che si sono conclusi, in un caso, con l'inaccettabile abbattimento di tre animali, a Pegli; nell'altro con la fuga di un esemplare e la cattura di una femmina, affidata al centro recupero fauna selvatica gestito dalla Protezione Animali genovese a Campomorone.

In ogni caso il centro di Campomorone, vale a dire una struttura preposta al soccorso della fauna selvatica in difficoltà e non certo al ricovero permanente di animali in perfetto stato di salute, non può essere considerato come una soluzione. Enti e istituzioni pubbliche devono assumersi le proprie responsabilità: è impensabile di risolvere eventuali urgenze a colpi di fucile oppure delegandole a terzi.

«E' evidente – spiega Massimo Pigoni, responsabile dell'Enpa di Genova e vicepresidente nazionale della Protezione Animali – che se si tratta di scegliere tra l'uccisione e l'accoglienza, noi optiamo sempre per la seconda. Ma la nostra struttura non è stata concepita per dare ospitalità permanente ai cinghiali, né è pensabile possa svolgere tale funzione». D'altro canto, se fossero stati affidati all'Enpa tutti i cinghiali che hanno “frequentato” Genova in questi giorni, la struttura sarebbe presto arrivata al collasso. Questo infatti è quanto accaduto con la femmina recuperata sul lungomare. Stressata e impaurita, è riuscita ad aprire uno squarcio nel recinto dandosi alla fuga insieme ad altri due esemplari, più giovani.

«A questo proposito bisogna saper distinguere tra immissioni di cinghiali, vietate dalla legge 221/2015, e restituzioni alla natura di esemplari nati liberi. Sulla scorta di tale distinzione – prosegue Pigoni – si deve prevedere la possibilità di catturare i cinghiali e di rilasciarli in zone lontane dai centri abitati. Finché non si farà e, soprattutto, finché non si applicheranno i metodi ecologici non riusciremo mai ad affrontare situazioni complesse». Per contatti con la nostra redazione: [email protected]