Ha compiuto un mese Alba, la piccola tapira del sudamerica

Verona. Il Parco Natura Viva di Bussolengo rivela la nascita, avvenuta in novembre, di una cucciola appartenente ad una specie fortemente minacciata

Cucciolo di tapiro in una foto del Bioparco

Cucciolo di tapiro in una foto del Bioparco

Verona, 30 dicembre 2017 - Ha compiuto un mese, sta bene ed è l’ultima nata dell’anno in casa Parco Natura Viva: è Alba, piccola di tapiro sudamericano venuta al mondo in autunno da mamma Irene e papà Rondel. Per questa specie la fine di novembre non è il periodo più adatto per nascere: Alba ha affrontato le basse temperature invernali già a poche settimane di vita, ma se l’è cavata benissimo coccolata da mamma Irene nelle aree riscaldate del suo reparto. Vulnerabile di estinzione secondo IUCN, Alba appartiene ad una specie che in Sudamerica ha visto ridursi le proprie popolazioni del 30% negli ultimi 30 anni.

“Per i suoi primi 20 giorni di vita – spiega Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del Parco Natura Viva – Alba non è uscita dal suo reparto interno e si è goduta le cure della sua mamma al tepore della paglia. Poi è arrivato il momento di affrontare le temperature tipiche dell’autunno inoltrato e mettere il muso fuori, approfittando di una giornata di sole. In quell’occasione è stata Ester, la sua sorellina di un anno, ad accudirla per tutto il giorno leccandola, seguendola e standole accanto sempre sotto gli occhi attenti di mamma Irene”. E le prime esplorazioni di Alba hanno suscitato grande attenzione anche nei due nandù che da circa un anno condividono il reparto con i tapiri. “Questi uccelli – continua Sandri - si erano abituati molto bene agli adulti, ma vedere un piccolo che si aggira nel reparto li ha incuriositi molto e tutt’ora stanno cercando di capire come devono comportarsi con la nuova arrivata”. Ribattezzato “il giardiniere della foresta”, il tapiro terrestre è uno dei più grandi mammiferi del Sudamerica e svolge un ruolo ecosistemico importantissimo: con la sua piccola proboscide prensile è in grado di afferrare foglie e piccoli semi che, percorrendo lunghe distanze, restituisce al terreno sotto forma di fertilizzante. Purtroppo, dietro il suo declino c’è ancora la mano dell’uomo: deforestazione e bracconaggio lo stanno confinando in aree protette sempre più ristrette, provocando una preoccupante frammentazione dell’habitat. Così una nota del Parco Natura Viva. [email protected]