Vent'anni di piani, ricorsi e incuria. L'ex cartiera resta un fantasma

Né parcheggio né bivlioteca: l'area nel Milanese ancora senza identità

STUDIO SALLYBareggio - Ex cartiera di via Madonna Pellegrinafoto Roberto Garavaglia - Studio SallyL’ex cartiera  di Baseggio in stato  di abbandono

STUDIO SALLYBareggio - Ex cartiera di via Madonna Pellegrinafoto Roberto Garavaglia - Studio SallyL’ex cartiera di Baseggio in stato di abbandono

CAMILLA GARAVAGLIA

BAREGGIO (Milano), 16 ottobre 2014 - A più di vent'anni dalla cessazione delle attività, la ex cartiera di Bareggio continua, in senso lato, a produrre chili e chili di carta. Tra ricorsi al Tribunale amministrativo regionale e relative sentenze, delibere di Giunta e programmi elettorali, sono tante le scartoffie che compongono il complesso e annoso fascicolo della ex cartiera, area dalla vocazione industriale immersa nel centro storico della cittadina dove, col suo edificio di quattro piani, occupa un terreno di 17mila metri quadrati a pochi passi dal municipio e dalla centrale piazza Cavour. La struttura – originariamente una filanda degli anni Quaranta – è abbandonata dai primi anni Novanta, periodo in cui è emersa la prima problematica che ha fatto sì che ogni velleità di recupero e valorizzazione degli edifici restasse, è il caso di dirlo, sulla carta ancora fino ad oggi. Allora l'area era proprietà di tre fratelli bareggesi: quando il Cimep ha dato il via all'esproprio dell'area, uno di essi ha deciso di impugnare il provvedimento e di presentare un ricorso al Tar, il primo di altri che ad oggi hanno interessato l'ex cartiera. Superata la questione legale, sono rimasti però i problemi; erano gli anni Duemila e, di elezione in elezione, ogni candidato alla poltrona di sindaco non mancava di mettere a programma la volontà di accelerare le pratiche di recupero della ex cartiera, percepita non a torto come un edificio fantasma in pieno centro.

È del 2006 la proposta iniziale di programma integrato di intervento del privato, la società Il Punto, relativo alla ex cartiera, qui chiamata antica filanda: una proposta che prevedeva una conversione di tipo soprattutto residenziale e che non ha avuto il successo sperato tra le sale del municipio. La Giunta Restelli intanto nel 2008 poco prima delle elezioni approva il Pgt che riconosce all’area una volumetria maggiore di quella esistente e il nuovo proprietario privato, la società Istimi Due, rinuncia al contenzioso avviato a suo tempo da il Punto.L'ufficio tecnico comunale nel 2012 chiarisce che l'area è parte di proprietà privata (26% circa) ma è soprattutto di appartenenza comunale (74%). Si tratta di un’area del valore stimato attorno ai 6 milioni di euro nelle condizioni odierne e di circa 20 milioni se adeguatamente reinserita nel tessuto urbano e recuperata. Nel 2012 finalmente la ex cartiera ha avuto la concreta possibilità di uscire dallo stato di abbandono in cui versava.

Durante l'amministrazione Gibillini, infatti, superato con successo a marzo il ricorso al Tar del privato che aveva anche lamentato la prolungata titubanza del municipio, il Sindaco portò in Giunta il fascicolo ex cartiera con l'intento di dare il via al percorso di recupero sulla base del progetto dell'ufficio tecnico, invano: la delibera fu votata solo in parte dalla Giunta a luglio del 2012 e nel novembre dello stesso anno assessori e consiglieri di maggioranza e minoranza (eccetto tre) tra cui anche l’attuale sindaco Lonati dimettendosi, lasciarono il Comune nelle mani del commissario senza approvare il progetto dell’ufficio tecnico comunale.