Roma, 4 maggio 2016 - Il pensionamento anticipato della banconota da 500 euro - non sarà più stampata da fine 2018 ma resterà cambiabile a tempo illimitato- archivia una stagione dell'Unione europea lontana dai giorni nostri sia perchè datata a quasi un quarto di secolo fa, sia per la distanza che seprara ciò che oggi l'Ue è o è percepita, da quella di anni nei quali era sinonimo di speranza e progresso. Proprio il taglio da 500 euro e, più in generale, le "dimensioni" decise per trasformare le valute nazionali in euro, fotografano i rapporti di forza poltici ed economici tra gli Stati europei di allora. Non molto diversi da quelli di oggi. I tagli delle banconote e il conio delle monete furono stabiliti nel 1994 dal consiglio dell'Istituto monetario europeo, l'Ime, predecessore della Bce e guidato all'epoca da una delle menti più brillanti non solo della costruzione europea, Alexandre Lamfalussy.
Si scelse di stampare banconote da 5, 10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro. E coniare monete da 1, 2, 10, 20, 50 centesimi e da 1 e 2 euro. Perché l'Ime scelse proprio questi tagli? Non fu un caso. L'Istituto tenne conto, sia degli standard più diffusi nel mondo sia delle abitudini degli europei. In Italia la banconota da 500 euro fu accolta con sarcasmo o con stupore. Equivaleva un milione di Lire, non bruscolini. Ma le abitudini altrove erano ben diverse: nel Duemila, per esempio, in Germania la domanda di biglietti da 1.000 Deutsche Mark - equivalenti a circa 511 euro - era quindici volte superiore rispetto al 1975. Rappresentavano il 34% del valore totale dei Marchi circolanti.
L'Ime considerò che in paesi dal carovita elevato o dalla scarsa fiducia nelle banche, i risparmiatori hanno l'abitudine di tenere (sotto il materasso o in cassaforte) valute di paesi con bassi livelli di inflazione. E' il caso, appunto, dei 1.000 Deutsche Mark, simbolo dell'affidabilità tedesca. In Austria, Grecia e Italia, invece, erano molto diffuse banconote con un controvalore inferiore ai 2 euro. Stampare banconote di taglio così basso deve essere sembrato improponibile tanto che si stabilì di fissare a 5 euro il valore minimo delle banconote e a 2 euro quello massimo per le monete. Esito di un 'Europa a due velocità. Qualcosa è cambiato. Non troppo, non sempre in meglio
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