Banca Etruria dichiarata insolvente. Rimborsi, nuovo rinvio

La sentenza del tribunale fallimentare è stata depositata questa mattina intorno alle 10.30

Banca Etruria

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Arezzo, 11 febbraio 2016  - C'è la dichiarazione di insolvenza per Banca Etruria. La sentenza del tribunale fallimentare è stata depositata questa mattina intorno alle 10.30. Ci sono 15 pagine di motivazioni che rigettano le eccezioni di costituzionalità sollevate dalla difesa dell'ultimo presidente Lorenzo Rosi e anche il merito sulla mancanza dei requisiti di insolvenza. Invece per i giudici ci sono tutti i presupposti per dichiarare il "fallimento" della vecchia banca, come richiesto dal commissario liquidatore Giuseppe Santoni, al quale si erano allineati l'avvocato di Banca d'Italia Marco Di Pietropaolo, i commissari Riccardo Sora e Antonio Sora e soprattutto il procuratore capo Roberto Rossi. Del collegio fallimentare che ha preso la decisione facevano parte il presidente del tribunale Clelia Galantino, il giudice relatore Antonio Picardi e il collega Paolo Masetti.

Gli avvocati Michele Desario e Antonino Giunta hanno già annunciato l'impugnazione della sentenza presso la corte d'appello. Le carte passano adesso in procura perchè si proceda per gli eventuali profili penali di bancarotta fraudolenta. Ma a questo punto in ambienti giudiziari si dà pressochè per scontata l'apertura di un quinto filone di inchiesta che potrebbe portare all'iscrizione nel registro degli indagati degli ex amministratori di Bpel, tra cui i componenti degli ultimi membri del Cda, il personaggio più illustre dei quali è l'ex vicepresidente Pierluigi Boschi, padre del ministro aretino Maria Elena. Rischiano anche tra gli altri gli ultimi presidenti Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi.

Tra i profili di bancarotta fraudolenta che potrebbero profilarsi ci sono le consulenze per 17 milioni, già fortemente criticate dagli ispettori di Banca d'Italia, la liquidazione da 1,2 milioni all'ex direttore Luca Bronchi, anche lui destinato a diventare un personaggio centrale dell'inchiesta, i premi ai dipendenti e soprattutto i crediti finiti in sofferenza per quasi 2 miliardi di euro.

E ieri il Governo ha rinviato ancora  i rimborsi.