Mercoledì 24 Aprile 2024

Un milione di bambini soffre d'insonnia

L'alternanza giorno notte va rispettata. I pediatri raccomandano di rispettare le regole dei cinque sensi per conciliare orari scolastici e tempi del riposo, vediamo come. Le linee guida del sonno naturale sono uno dei temi del prossimo Forum dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e adolescenza

L'insonnia affligge un bambino su cinque

L'insonnia affligge un bambino su cinque

Napoli, 20 settembre 2014 - L'insonnia affligge un bambino su cinque e spesso si associa a disturbi del comportamento come iperattività, scarsa capacità di attenzione, aggressività, oltre che a un calo consistente del rendimento scolastico. Altro che a letto dopo Carosello, come si diceva una volta, i bambini più piccoli oggi dormono in media 40 minuti meno del necessario. In oltre otto casi su dieci tuttavia l'insonnia non è una vera patologia, bensì conseguenza di cattive abitudini. E i genitori devono correre ai ripari.

Oltre un milione di piccoli tra i tre e i 14 anni soffre d'insonnia, stando alle stime diffuse dai pediatri dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss) che celebrano il loro primo Forum Internazionale a Napoli. Sono pochi i casi in cui l'insonnia e i disturbi del sonno sono conseguenza di vere e proprie patologie come l'asma, il reflusso, disturbi dell'orecchio o le apnee ostruttive, che contrariamente a quanto si potrebbe pensare riguardano anche i più piccini (2-4% fra 2 e 8 anni) e dipendono spesso da anomalie delle prime vie aeree – osserva Giuseppe Mele, presidente Paidòss –. Nella maggioranza dei bambini la difficoltà ad addormentarsi e i risvegli notturni sono colpa di cattive abitudini durante la giornata: in oltre otto casi su dieci l’insonnia dipende da fattori psico-fisiologici legati all’organizzazione della giornata, alla molteplicità di stimoli che si trovano intorno e alla routine data dai genitori, a cominciare dalla pessima abitudine di costringere i figli a seguirli nei locali e nei ristoranti fino a mezzanotte. Se si decide di avere un figlio si deve anche mettere in conto qualche rinuncia per il loro benessere.

Il diritto al riposo deve essere messo al primo posto. I bambini fra i tre e i cinque anni dovrebbero dormire almeno dalle 11 alle 13 ore, per poi arrivare a 9-10 ore dai 6 ai 10 anni e almeno 8-9 ore dagli 11 ai 13 anni: in realtà oggi non accade, e la maggioranza “perde” almeno 40 minuti del monte ore necessario ad affrontare al meglio la giornata a scuola. Per favorire un buon riposo, i pediatri lanciano quindi le ‘regole dei cinque sensi’ che devono favorire il rilassamento di vista, gusto, tatto, olfatto e udito, le nostre finestre sul mondo.  Niente tablet, computer, telefonini o televisore dopo le otto di sera.

La luce dei dispositivi elettronici altera la produzione di melatonina, l'ormone che favorisce il riposo, facendo sballare il ritmo sonno-veglia: per questo è opportuno iniziare fin dall'ora di cena a ridurre l'esposizione a luci molto intense. Una tazza di latte prima di dormire. Una cena pesante e ricca di grassi, magarti consumata tardi, dopo le 20,  ostacola il riposo, per cui è meglio non offrire ai piccoli cibi fritti o molto pesanti alla sera, preferendo piuttosto alimenti che contengono triptofano, un mediatore che stimola la produzione di serotonina importante per il relax. Ne abbondano, ad esempio, pollo e tacchino, uova, pesce; per rendere il triptofano ancora più disponibile per il cervello, inoltre, servono i carboidrati, meglio ancora se integrali. Lenzuola fresche e profumate, la temperatura della stanza attorno ai 18 gradi.

La qualità dell'aria che si respira in camera da letto è fondamentale per evitare di trasformare i piccoli in allergici e asmatici: se c'è polvere, sporco, o si scelgono tessuti che non sono adatti si moltiplicano gli acari, inevitabilmente il riposo del bambino sarà compromesso da starnuti e fastidi dovuti all'ipersensibilità.

E mezz'ora prima di andare a dormire? Occorre... abbassare i toni. Se si vive in una zona molto rumorosa e trafficata, può essere una buona idea utilizzare il cosiddetto “rumore bianco” che si può produrre con una macchina apposita o più semplicemente con un ventilatore o un purificatore d'aria elettrico: si tratta in sostanza di un rumore di fondo che con la sua omogeneità e continuità aiuta il cervello a non sentire altri suoni, riducendo perciò il fastidio degli eventuali rumori improvvisi dall'esterno e il rischio di risvegli notturni.

Più tardi si va a dormire, insomma, più tempo è richiesto per addormentarsi. È il normale ciclo biologico giorno-notte e modificarlo, magari posticipando l’apertura delle scuole per garantire un risveglio un’ora dopo, non va bene.

​Alessandro Malpelo

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