Giovedì 18 Aprile 2024

Balle a sinistra, un vuoto a destra

di Andrea Cangini

UNA BALLA e un vuoto. La balla è quella che da piazza San Giovanni a Roma è rotolata sabato fino alla Leopolda di Firenze: l’accusa, cioè, a Renzi di essersi costituito «un partito alternativo al Pd». Come se, a suo tempo, Veltroni non avesse fatto del Lingotto la vetrina della propria leadership e D’Alema non avesse fatto dell’associazione Red il proprio, personalissimo, strumento di potere. Fallirono, ma ci provarono. Quando si guida un partito col freno a mano tirato, è logico darsi un’immagine e una struttura alternative. È ciò che Renzi sta cercando di fare. Ma se riuscirà a dar vita a un partito del leader, un partito omnibus capace di sedurre anche gli elettori del centrodestra, non sarà per merito suo ma per demerito altrui. Riempirà infatti uno spazio lasciato vuoto. Il vuoto è quello del centrodestra: c’è (ancora) l’elettorato, manca chi se ne faccia carico. Salvini può rappresentare una parte di quell’area politica, non può incarnarla tutta. Alla politica, altri sembrano anteporre gli interessi. Avanti così, il Pd diventerà la Dc del nuovo Millennio e, se va bene, a Forza Italia non rimarrà che adattarsi alle dinamiche consociative che nella Prima repubblica appartennero al Pci. Con la differenza che, allora, il Pci egemonizzava il mondo della cultura e governava i territori. Forza Italia no. Per chi crede nel bipolarismo e nella democrazia dell’alternanza, il tema è troppo importante per essere liquidato in poche righe. Ci torneremo presto.

 

di Andrea Cangini