Venerdì 19 Aprile 2024

Tv, la sfida del talk show: crolla Giannini, risale Floris. E Santoro pensa allo stop

Parallelamente salgono invece su La7 gli ascolti per DiMartedì di Giovanni Floris, passato dai 755 mila spettatori e il 3,47% della prima puntata ai 967 mila spettatori di ieri sera con il 4,23% di share

Combo Giannini-Floris (Ansa)

Combo Giannini-Floris (Ansa)

Roma, 24 settembre 2014 - Continua a distanza il duello di ascolti tra Ballarò e DiMartedì, che all'esordio dei due talkshow politici rispettivamente su Raitre e La7 aveva visto stravincere Massimo Giannini su Giovanni Floris. Un divario che, però, sembra ridimensionarsi dopo la puntata di ieri: gli ascolti di Ballarò condotto da Giannini sono quasi dimezzati rispetto alla puntata di esordio. Il programma, che ieri ospitava l'intervento satirico di Paolo Rossi, ha ottenuto un milione 517 mila spettatori pari 6,53% di share contro i 2 milioni e 503 mila spettatori con il l'11,76% della puntata di esordio. Parallelamente salgono invece su La7 gli ascolti per DiMartedì di Giovanni Floris, passato dai 755 mila spettatori e il 3,47% della prima puntata ai 967 mila spettatori di ieri sera con il 4,23% di share.

SANTORO - E domani sera, sempre su La7, torna in onda 'Servizio Pubblico' di Michele Santoro, il quale annuncia però che si tratterà dell'ultima stagione. "Non condivido - spiega il giornalista in una lettera ai fan pubblicata sulla pagina di Facebook del programma - la scelta di riempire all'inverosimile la programmazione di trasmissioni d'approfondimento, i cosiddetti talk, che con il venir meno nella società di grandi contrasti, e con la scomparsa dei partiti, hanno creato nel pubblico una specie di nausea e un vero e proprio rigetto".

"È stata per me - dice Santoro - un'esperienza esaltante. Per la prima volta nella storia della televisione una produzione indipendente è riuscita a fare a meno delle grandi reti generaliste e ha portato il giovedì de La7 a competere alla pari con le grandi tv. Inoltre oggi posso dire con una certa fierezza che la nostra è un'azienda sana, dove tutti lavorano con contratti dignitosi". "Voi sapete - scrive ancora il conduttore - che io ho sempre sentito la necessità di battere strade nuove e per questo motivo ho deciso che questa sarà l`ultima stagione di Servizio Pubblico. Ho varato il progetto di Announo, che Giulia Innocenzi ha condotto al successo, e che riprenderà presto il suo cammino, per far comprendere a tutti la mia voglia di novità".

A giudizio di Santoro "il dibattito sulla crisi del talk nasconde l'impoverimento progressivo della tv che è seguito al quasi monopolio del ventennio berlusconiano, l'impoverimento del nostro sistema industriale, l'impoverimento della nostra democrazia, l'impoverimento culturale dei grandi editori e più in generale della nostra classe dirigente". "L'overdose dei cosiddetti talk non mette soltanto a nudo la stanchezza di un genere - prosegue -. Anche con i reality il pubblico aveva subito una vera e propria aggressione, ma quando ha cominciato a stancarsi, sono stati subito sostituiti da altri programmi. Ma mentre i reality costavano, cosa ci può essere di meno costoso e di più facile da realizzare di un talk? Un altro talk. Così assistiamo all'incredibile paradosso di un calo della domanda del pubblico a cui corrisponde un'incredibile moltiplicazione dell'offerta".

Santoro, però, parla anche degli attacchi di Grillo e Renzi ai talk show. ''Voi siete portati a considerare innocue queste affermazioni e a dar loro ragione. Invece sbagliate'', scrive rivolgendosi al suo pubblico, perché ''ai politici dovrebbe essere proibito di fare qualunque affermazione che limiti la liberta' di informazione''. E conclude con un appello e un invito: "I tg, con qualche eccezione, tendono a riprodurre l'ordine esistente, mentre i cosiddetti talk sono costretti a cercare filoni, storie e protagonisti diversi. Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli. Spetta a voi fare la selezione, cambiare canale, far sparire le imitazioni senza identità. Vi chiedo di seguirci attivamente, di criticarci severamente, di reagire alla nausea. La lunga avventura politica e culturale che ha assorbito la mia vita e quella di tanti miei collaboratori non sarebbe esistita senza di voi, senza il pubblico".