Riforme: sì alla tagliola, voto entro 8 agosto. Opposizioni al Colle. Renzi: "Non mollo"

Continua l'ostruzionismo sulle riforme: le opposizioni marciano verso il Colle e una delegazione viene ricevuta da Napolitano. Renzi: "Piaccia o no, le riforme le facciamo". E ai suoi: "Stupiremo tutti, anche i gufi"

Il palazzo del Quirinale (Lapresse)

Il palazzo del Quirinale (Lapresse)

#Tagliola su controriforme incostituzionali è attentato a democrazia.Abbandoniamo l'Aula,tutti sotto il Quirinale per fare RESISTENZA! #M5S

— Riccardo Fraccaro (@riccardo_fra) 24 Luglio 2014

 

E' il risultato di una giornata politica convulsa e  all'insegna dello stallo a Palazzo Madama. Respinto il primo emendamento messo in votazione, i senatori delle opposizioni - M5S in primis - hanno continuato a fare ostruzionismo utilizzando ogni appiglio offerto dal regolamento, fino a minacciare la protesta al Quirinale. Le dichiarazioni di voto su ogni emendamento (10 minuti a testa) sono andate avanti a singhiozzo, con molti 5 stelle intervenuti in dissenso o per chiedere chiarimenti sulla richiesta della votazione elettronica.

MINORANZA AL COLLE -  L'accesso all'interno del palazzo che ospita il capo dello Stato è stato permesso esclusivamente ai capigruppo dei partiti che fanno parte della delegazione: Gianmarco Centinaio per la Lega Nord, Vito Petrocelli per l'M5S e Loredana De Petris di Sel per il Gruppo Misto al Senato sono stati ricevuti al Quirinale. A fare gli onori di casa non sarebbe stato però Giorgio Napolitano ma, come riferito dai partecipanti, Donato Marra, segretario generale della presidenza della Repubblica. Beppe Grillo annuncia su Twitter il mancato incontro con il capo dello Stato. 

 

"Marra - ha spiegato Vito Petrocelli (M5S) - ci ha garantito che Napolitano presteraà attenzione alle nostre questioni e ha manifestato anche la sua preoccupazione". Il delegato Cinque Stelle ha detto anche che un incontro 

ATTACCHI A RENZI - Le opposizioni hanno giudicato la scelta della maggioranza di applicare la tagliola "molto grave e irresponsabile". E poi hanno annunciato: "Proseguiremo la nostra battaglia", ha garantito Loredana De Petris (Sel), perchè "noi non siamo schiavi di Renzi", ha aggiunto Gianmarco Centinaio (Lega). Per Vito Petrocelli (M5S) si tratta di "uno dei soliti giochetti di Renzi, infatti pur non chiamando tagliola, è una tagliola nella sostanza". Per il presidente dei senatori leghisti, "tutta questa fretta è perché Renzi vuole andare in vacanza entro l'8 agosto". Duro l'attacco da parte di Matteo Salvini: "Invece di occuparsi di disoccupazione e immigrazione - dice il segretario del Carroccio - Renzi pensa al Senato. Incapace!". 

PREMIER: "NON MOLLO" - "In Italia c'è un gruppo di persone che dice no da sempre. E noi, senza urlare, diciamo Sì. Piaccia o non piaccia, le riforme le faremo!". Matteo Renzi, in un'intervista, si dice determinato a portare avanti il programma. E sul programma dei 'mille giorni' motiva i suoi: "Stupiremo tutti, specialmente i gufi".

CAPIGRUPPO E SCINTILLE - Il presidente del Senato, Pietro Grasso, poco prima delle 11 aveva sospeso i lavori e convocato immediatamente la Capigruppo. Una richiesta in tal senso era stata appena avanzata in Aula dal capogruppo del Pd, Luigi Zanda. Grande tensione in conferenza dei capigruppo dove Luigi Zanda (Pd) è tornato a chiedere alle opposizioni di ritirare un buon numero di emendamenti. L'obiettivo della maggioranza, infatti, è stato spiegato, rimane quello di dare il via libera alle riforme costituzionali entro l'estate. Un appello rivolto alle opposizioni - Sel, M5S e Lega -  affatto intenzionate a ritirare gli emendamenti. Qualcuno avrebbe fatto notare che con quattro decreti pendenti (competitività, cultura, carceri e PA) il governo dovrebbe porre la questione di fiducia sempre.

BOSCHI - Un rinvio delle riforme costituzionali a settembre nella speranza che si possa trovare un clima più sereno con le opposizioni? "No, andiamo avanti. Non è serio fare ostruzionismo in questo modo, ne va della dignità anche di questa istituzione". Lo ha detto il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che poi ha twittato: "L'ultima parola sarà dei cittadini".

 

M5S: "NAPOLITANO FERMI LO SCEMPIO" - Napolitano "fermi questo scempio, restituisca ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti. E' l'ultima opportunità per Napolitano di dimostrare che è il capo di tutti gli italiani e non solo di una parte. Se rimarrà sordo a questo ultimo grido di allarme nulla sarà più come prima". Lo dicono i parlamentari del M5S in una nota congiunta di Camera e Senato.

CALDEROLI - Il correlatore alle riforme, che spera di avere ancora qualche margine di manovra, ha ricordato che gli emendamenti sono tuttora "quasi 8.000": anche solo 1 minuto per ciascun voto - ha osservato Calderoli - e con i tempi appena esposti noi l'8 di agosto la riforma non la approviamo, per ragioni matematiche. E' come voler mettere due litri d'acqua in una bottiglia da un litro". Di qui l'appello a "una ulteriore riflessione prima di lunedì sera".

CASINI - "I Cinque Stelle che vanno al Colle sono un grande evento di democrazia: riconoscono Napolitano come garante, abbandonando i toni usati fino a ieri". E' quanto scrive il presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, su Facebook.

SERRACCHIANI - "Sulla strada delle riforme - ha detto la presidente del Friuli Debora Serracchiani - non ci sono né tagliole né ghigliottine, ma solo gli strumenti della democrazia parlamentare, che non vanno demonizzati".

DI MAIO - La parte dialogante di M5S, Luigi Di Maio, spiega: "Iniziamo dal Senato elettivo e dall'immunità. Diano un segnale di apertura e di dibattito su questi temi e l'ostruzionismo si può fermare''. In un'intervista ad 'Avvenire' Di Maio detta le sue condizioni: "Il premier dice che le riforme non si sbattono in faccia all'opposizione. Bene, è ora di dimostrarlo. La fine dell'ostruzionismo è nelle sue mani". 

VENDOLA -  "Comunque gli emendamenti stanno là", dice invece il leader di Sel Nichi Vendola, riferendosi alla riforma del Senato, a margine della manifestazione per il rifinanziamento della Cig. 

SANTANCHE' - "Abbiamo aspettato tantissimi anni per fare la riforma del Senato, che è molto importante. Crediamo che il fatto di togliere il bicameralismo perfetto significhi più efficienza, i cittadini hanno bisogno di decisioni più rapide. Poi non credo che quindici giorni in più o in meno possano cambiare le cose", ha dichiarato Daniela Santanchè (Forza Italia), intervenendo a 'Coffee break' su La7. E spiega: "Il tempo serve al Partito democratico: quello che stiamo vivendo è tutta una diatriba interna al Partito democratico. Il tempo serve al Pd perchè questo renzismo lo ha destabilizzato, quindi il tempo non serve nel merito della riforma. Nel momento in cui si risolvono i nodi cruciali all'interno del Partito democratico, la riforma del Senato si vota in dieci giorni".

ORFINI - "Questa legislatura è nata con uno spirito costituente. E' evidente che se l'obiettivo delle riforme costituzionali, che ha giustificato la nascita dei governi Letta e poi Renzi, dovesse rivelarsi impraticabile, le elezioni anticipate sarebbero inevitabili", dice il presidente del Pd Matteo Orfini all'Unità, "se questo percorso fallisse, non potrebbero esserci maggioranze per altri governi in questa legislatura".