Sabato 20 Aprile 2024

Il boia dei turisti, studente modello che amava ballare

Un testimone ha riferito di aver visto il killer, che aveva una passione per il Real Madrid, sulla spaggia "ridere e scherzare mentre prendeva di mira i turisti europei"

Roma, 28 giugno 2015 - UNO STUDENTE musulmano modello, laureato e iscritto a un master in Ingegneria elettrica. Ecco come era conosciuto Seifeddine Rezgui – il terrorista che ha compiuto la strage di turisti in Tunisia nel resort a Sousse –, ben noto negli ambienti del radicalismo islamico. "Il nostro fratello, il soldato del Califfo Abu Yahya al Qayrawani (il nome di guerra che richiama la città di Kairouan, centro di radicalismo islamico, ndr), ha raggiunto il suo obiettivo, l’Imperial hotel, malgrado le misure di sicurezza, ha attaccato il bordello e ucciso 40 infedeli", ieri l’account Twitter legato all’Isis ha rivendicato l’attacco sulla spiaggia.

Un inquietante filo rosso collega il terrorista Rezgui, giovane tunisino nato nel 1992 a Gaafour nel governatorato di Siliana, con il killer 35enne Yassine Salhi, che nel giorno del terrore globale ha colpito nelle vicinanze di Lione decapitando il proprio datore di lavoro e appendendo la testa assieme a una bandiera del Califfato su un cancello della centrale di gas.

ENTRAMBI erano stati sotto osservazione dei servizi di intelligence. Il 23enne Rezgui era noto perché frequentava estremisti salafiti, i conservatori islamici, e apparteneva al gruppo universitario della ‘Gioventù islamica’. Non solo, era anche stato segnalato perché frequentava alcune moschee salafite gestite da estremisti. Ma la sua fedina penale era pulita e non aveva partecipato, come molti altri jihadisti, a campi di addestramenti nella vicina Libia. Il profilo di Salhi, il tagliagole di Lione, è identico: in più il 35enne aveva moglie e tre bambini, l’altroieri raggiunti nella casa nelle banlieue da squadre di forze speciali. «Un ragazzo tranquillo, era un piacere averlo nella moschea», ha detto Nacer Benyahia, presidente della moschea di Pontarlier, frequentata da Salhi. Il radar degli 007 si accese su di lui dal 2006 al 2008 e poi dal 2011 al 2014: non venne mai fermato perché non ritenuto necessario.

REZGUI – che ha vissuto un grave trauma con la perdita del fratello minore nel 2010, folgorato da un fulmine – proveniva da una famiglia senza problemi economici, partecipava spesso a feste a Kairouan, dove frequentava l’università, amava dilettarsi con la break dance e ingellarsi i capelli. Sarebbe entrato in contatto con gli ambienti estremi dell’Islam sei mesi fa. Un copione che ripercorre la strage del museo Bardo, sempre in Tunisia: anche lì i due killer si erano radicalizzati da poco tempo, senza mostrare mai il loro nuovo volto. "Era un bravo studente e in classe era sempre presente. A quanto ci risulta non ha mai viaggiato all’estero", ha spiegato il primo ministro Habib Essebsi.

Un testimone ha riferito di aver visto il killer, che aveva una passione per il Real Madrid, sulla spaggia "ridere e scherzare mentre prendeva di mira i turisti europei". In uno dei suoi ultimi post su Facebook, dove postava spesso video di propaganda al Califfato, Rezgui scriveva: "Se l’amore per la jihad è un criminine, tutto il mondo può testimoniare che sono un criminale". L’ex rapper Emino, molto noto in Tunisia, ieri si è complimentato attraverso Twitter con Rezgui: "Bravo, sei un martire". Emino, il cui nome è Marouane Douiri, si è unito ai militanti dell’Isis in Libia qualche mese fa: "Se Dio vorrà, amico, ci vedremo presto in paradiso".