Attentato Nizza "premeditato", identificato un italiano tra le vittime

Verifiche in Italia su uno dei fermati. Il procuratore generale di Parigi: "Bouhlel aveva fatto le prove"

Persone in lacrime fuori dall'ospedale Pasteur di Nizza (Afp)

Persone in lacrime fuori dall'ospedale Pasteur di Nizza (Afp)

Roma, 18 luglio 2016 - Le autorità italiane stanno effentuando verifiche su uno dei sette fermati ieri a Nizza nell'ambito dell'inchiesta sulla strage durante le celebrazioni del 14 luglio. L'uomo è un tunisino che, secondo quanto si apprende, avrebbe lavorato anni fa in Puglia e faceva parte della rete di contatti dell'attentatore Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Le verifiche sono scattate dopo la segnalazione ricevuta dalla Francia. Maria Grazia Ascoli e Mario Casati (Ansa)

E sempre d'Oltralpe arriva la conferma della prima vittima italiana: si tratta di Mario Casati, un novantenne residente a Milano ma originario della Brianza. L'uomo si trovava nella città della Costa azzurra con un'amica, Maria Grazia Ascolti, di 77 anni, che risulta ancora tra i dispersi. La Farnesina, che ha diffuso la notizia in una nota, ha fatto anche sapere che "continua l'attività di identificazione". Tra i morti figura anche un ventenne italo-americano, Nicolas Leslie. Il giovane era uno studente dell'università di Berkeley, in California, e si trovava in Francia nell'ambito di un programma di scambio universitario insieme a un gruppo di altri 85 studenti.

"ATTACCO PREMEDITATO" - Sul fronte delle indagini, poi, risulta che Bouhlel aveva un "chiaro e recente interesse" per l'islam radicale. A riferirlo, in una dichiarazione alla stampa, il procuratore generale di Parigi, François Molins, confermando che l'attacco era "premeditato". E' stato inoltre confermato che l'uomo aveva fatto delle ricerche su internet per raccogliere informazioni sull'attacco terroristico di Orlando in Florida, sulle sparatorie di Dallas e sull'omicidio di una coppia di poliziotti a Magnanville, periferia di Parigi, il mese scorso. Dall'esame del suo computer sono emerse inoltre delle immagini violente "legate all'islam radicale e in particolare a dei combattenti con la bandiera dell'Isis, ma anche delle copertine del giornale Charlie Hebdo, delle foto di bin Laden" e del capo jihadista algerino Mokhtar Belmokhtar.

Molins ha anche spiegato che "da otto giorni, si era lasciato crescere la barba", sottolineando che "il significato era religioso". Il magistrato ha però anche sottolineato che sebbene in questa fase "non si può stabilire con certezza una affiliazione diretta fra il 31enne tunisino e lo Stato islamico che ha pertanto rivendicato la strage del giorno della festa della Bastiglia, né dei legami con degli individui che si richiamano all'organizzazione, l'esame del suo computer conferma un interesse recente verso il jihadismo radicale". Molins ha sottolineato che la "radicalizzazione" può "avvenire tanto più rapidamente quando si tratta di personalità disturbate o di individui affascinati dall'ultraviolenza". Bouhlel aveva fatto delle ricerche internet sui video di incidenti stradali con le parole chiave "orribili incidenti mortali" o "terribili incidenti mortali", o "video choc, anime sensibili si astengano".

Confermato, poi, che l'attacco era "premeditato". Le indagini hanno potuto confermare che l'autore della strage di Nizza aveva effettuato diversi "sopralluoghi" lungo la Promenade des Anglais nelle ore precedenti l'attacco e si era scattato quattro selfie, come risulta dall'esame degli inquirenti sulle telecamere di videosorveglianza e sul cellulare del tunisino rinvenuto all'interno dell'abitacolo del camion. 

Bouhlel aveva fatto due volte le prove del percorso con il camion prima di colpire oltre ad aver contattato la società per il noleggio del mezzo pesante già il 4 luglio. Il procuratore ha spiegato che fra il primo e il 13 luglio, Bouhlel aveva fatto delle "ricerche quasi quotidiane sul Corano".  Molins lo ha dipinto poi come un musulmano non praticante, che beveva, assumeva droghe e aveva una vita sessuale "sfrenata". 

L'APPELLO DI VALLS - Intanto il premier Manuel Valls, che oggi è stato fischiato a Nizza durante il minuto di silenzio per le vittime, ha lanciato un appello all'unità . "Siamo in guerra, certo una guerra non convenzionale ma pur sempre una guerra" e ci potrebbero "essere delle repliche", ha detto il capo del governo intervistato da BFM-TV invitando il Paese a "non spaccarsi", a "non dividersi", perché è proprio quello che cercano i terroristi. Valls ha assicurato che la Francia "vincerà sull'Isis", confermando che un attentato "particolarmente sanguinario" è stato sventato "subito prima" dell'Euro 2016