Giovedì 18 Aprile 2024

Attentato a Monaco di Baviera, "lupi solitari anche tra i neonazi"

Spettro dell'onda nera in Germania. La scrittrice Giovannini: forze estreme cavalcano la paura dei migranti

Attentato a Monaco di Baviera, la gente fugge nel panico

Attentato a Monaco di Baviera, la gente fugge nel panico

Monaco, 23 luglio 2016 - Uno dei killer avrebbe gridato «Io sono un tedesco», un altro avrebbe urlato «Maledetti stranieri»: bastano questi elementi per ricondurre a una matrice neonazista la strage di Monaco?

«Non ci bastano, non sono sufficienti. Ciò detto, come esistono lupi solitari legati a un brand chiamato Isis, non si può escludere l’esistenza di cani sciolti connessi alla galassia neonazi tedesca. Ma siamo solo sul piano delle ipotesi, al momento non possediamo dati ulteriori per spingere oltre la nostra analisi». A parlare, a emergenza ancora in corso nel cuore di Monaco, è la giornalista Eva Giovannini, classe 1980, autrice di Europa anno zero . Il libro è un viaggio-inchiesta alla scoperta del vero volto di leader e movimenti dell’estrema destra europei.

Certo che fa un certo effetto pensare che ieri cadeva il quinto anniversario dalla strage di Utoya, in Norvegia: 77 giovani attivisti socialisti trucidati dallo xenofobo Breivik.

«È una ricorrenza che mi impressiona come cittadina. È fuori discussione che in Europa, Germania compresa, stiamo assistendo alla rimonta dell’onda nera. Tuttavia, ancora non possiamo ricondurre questa ascesa alla carneficina di Monaco. Serve prudenza».

L’attacco sarebbe avvenuto inizialmente fuori da un McDonald’s, un marchio da sempre simbolo dell’imperialismo americano per l’ultradestra.

«Certamente non è un simbolo teutonico, ma non arriverei a facili e immediate conclusioni».

Quali sono i protagonisti dell’estrema destra tedesca?

«Occorre fare delle distinzioni. Abbiamo un’onda nazionalista e una nazista. Da una parte, ci sono una realtà come Pegida, che è un movimento di popolo, non ha una vera e propria struttura di partito ed è nato su Facebook, oltre all’Afd (Alternative für Deutschland), sorto nel 2011, con una matrice più economica e per volontà di alcuni professori di Amburgo; dall’altra, abbiamo l’Npd (Nationaldemokratische Partei Deutschlands). Questo ultimo raggruppamento è effettivamente di stampo neonazista e sta crescendo politicamente al punto da essere riuscito a far eleggere un proprio parlamentare a Strasburgo due anni fa».

Potrebbe esserci l’Npd dietro il commando di Monaco?

«Non so se abbiano la forza di armare un gruppo di fuoco che per organizzazione ricorda quello del Bataclan. In passato sappiamo che gli ultrà della squadra di calcio di Dresda si sono infiltrati in una manifestazione anti-immigrati di Pegida sfociata poi in incidenti con la polizia».

La crescita dell’estrema destra in Germania è da imputarsi all’atteggiamento conciliante della cancelliera Merkel nei confronti dei profughi?

«Ritengo che la matrice primaria sia quella economica, con il problema dei migranti che viene usato come capro espiatorio. Non dimentichiamo che Pegida sorge un anno prima dell’apertura ai profughi, settembre 2015, della Merkel. Inoltre questi movimenti riscuotono un particolare successo nelle regioni dell’ex Ddr, Sassonia in testa, dove i working poor della Germania locomotiva d’Europa sono in gran numero»,

Se venisse confermata la matrice neonazi, per l’Europa, stretta in una duplice morsa, Isis e terroristi neri, sarebbe uno choc.

«Uno scenario inedito e grave».

Come reagirebbe la Merkel?

«Con la fermezza che ha sempre contraddistinto la sua opposizione a Pegida. Di certo non è una pavida. Ma, ripeto, la nostra ad ora è solo un’ipotesi del terzo tipo».