Mercoledì 24 Aprile 2024

Ast Terni, avanti con lo sciopero E la protesta trasloca a Bruxelles

Annalisa Angelici TERNI A TERNI sono d'acciaio anche gli operai. Ieri mattina, con undici giorni di protesta sulle spalle (e soprattutto nei portafogli), i lavoratori dell'Ast hanno deciso di andare avanti nello sciopero confermando la scelta di rsu e sindacati di categoria. Ancora braccia incrociate, quindi, di certo fino a giovedì quando la ThyssenKrupp e i sindacati torneranno a sedersi allo stesso tavolo, al Mise, che sarà presieduto dal ministro Federica Guidi, e al quale è annunciata la presenza del premier Renzi. «Andiamo avanti con lo sciopero e la lotta, non possiamo sottostare ai ricatti dell'azienda», hanno detto a più riprese i lavoratori ieri in un'assemblea che non è stata scevra di tensioni. Ad alzare i toni dello scontro era stata la stessa azienda, sabato: con una nota la direzione dell'Ast aveva fatto sapere che «al ristabilimento della necessaria operatività aziendale, l'erogazione delle retribuzioni di ottobre verrà immediatamente effettuata». Parole che sindacati e lavoratori hanno vissuto come un ricatto. E alle quali hanno reagito con la prosecuzione dello sciopero. Una scelta che, comunque, è stata sofferta. «Stringiamo i denti, se cediamo ora è come se avessimo giocato» ha detto il segretario territoriale della Fiom Claudio Cipolla alla folla, raccogliendo ampio consenso. «Stiamo facendo la storia delle trattative sindacali», ha detto ancora il sindacalista che ha annunciato: «Non escludiamo una denuncia per appropriazione indebita nei confronti dell'ad Lucia Morselli per il non pagamento degli stipendi, né una procedura collettiva per mobbing». E dopo aver bloccato il raccordo Terni-Orte nella notte di Halloween, tre pullman con operai, sindacalisti e rappresentanti istituzioni oggi pomeriggio partiranno alla volta di Bruxelles dove per domani mattina è previsto un sit-in. LA PROTESTA dei lavoratori dell'Ast, arriverà dritta nel cuore dell'Europa, tant'è che i parlamentari italiani sono pronti a predisporre un incontro coi rappresentanti della Commissione Ue. Giovedì, poi, si torna al tavolo della trattativa, la cui riapertura era stata annunciata giovedì dal ministro Guidi, dopo le «cariche» della polizia contro gli operai (otto feriti tra sindacalisti, lavoratori e agenti). E a quel tavolo si riparte con la «disponibilità dell'azienda», annunciata al ministro, di fissare al massimo in 290 gli esuberi (dei quali 140 già usciti con la mobilità incentivata), rispetto ai 550 iniziali, e un piano industriale che prevederebbe il mantenimento di tutte e due le linee di produzione, ovvero dei due forni (uno a pieno regime e l'altro a turnistica ridotta).