Martedì 23 Aprile 2024

Ast, accordo fatto: adesso la parola ai lavoratori per la ratifica

Dopo almeno tre mesi di fitte e complicate trattative, tra annunci e colpi di scena la vertenza delle acciaierie di Terni si è finalmente chiusa con un'intesa sulla quale, però, adesso dovranno pronunciarsi attraverso referendum gli operai. Già programmate le assemblee di fabbrica L'ANNUNCIO/CRONISTORIA DELLA VERTENZA/LE MANGANELLATE/IL VIAGGIO A BRUXELLES/IL BLITZ ALLA LEOPOLDA

Operai Ast in corteo, "non ci stiamo"

Operai Ast in corteo, "non ci stiamo"

Terni, 3 dicembre 2014 - Stavolta i rumors erano giusti, la vertenza delle acciaierie di Terni si è chiusa con un accordo firmato da tutte le parti in gioco: Ast, sindacati, Governo ed enti locali. Oggi pomeriggio tutti hanno messo la firma sull'intesa, sulla quale, però, adesso dovranno pronunciarsi direttamente gli operai chiamati ad esprimersi attraverso referendum da organizzare in assemblee di fabbrica già programmate. I dettagli dell'accordo non sono ancora del tutto noti. Ci sono però le parole del segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, dalle quali si capisce qual è stata la base dell'intesa. Anzitutto la possibilità di dire che "non ci sono più esuberi", cioè nessuna lettera di licenziamento. Viene così messa in positivo una notizia che è comunque figlia della vertenza appena conclusa: ovvero che comunque sia 296 operai dell'acciaieria hanno lasciato "volontariamente" la fabbrica approfittando dell'incentivo di 80mila euro lordi offerti dall'azienda. Quando l'8 ottobre scorso il Governo Renzi tirò fuori l'ipotesi di intesa elaborata dopo il mese di trattative concordato un mese prima, su quel documento c'era scritto che "le parti concordano nel licenziamento collettivo di 290 persone da attuare mediante esclusivo ricorso al criterio della volontà e della non opposizione". Ma quell'ipotesi venne rigettata con determinazione dagli stessi sindacati, giudicata irricevibile. La melina andata avanti in queste settimane ha poi lentamente convinto alcuni lavoratori, che hanno valutato l'opportunità di abbandonare il posto di lavoro per il quale avevano iniziato a combattere. E così, quando la quota dei 290 licenziamenti è stata raggiunta tramite "l'esodo volontario", l'azienda ha potuto offrire ai sindacati la sponda dello "zero esuberi".  Tolto questo primo macigno dal tavolo, ne restavano pochi anche se appuntiti. Già l'8 ottobre scorso il Governo aveva inserito - con ogni probabilità mediando le posizioni di Ast - la richiesta aziendale di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per un numero indefinito di operai. Richiesta che l'amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, ha rinnovato anche ieri per 400 unità e che nell'accordo siglato oggi è stata "ridimensionata" a Cassa Integrazione Ordinaria. C'è chi si chiede se la differenza sia più sostanziale per i lavoratori o per il Governo.

Secondo Mario Ghini, inoltre, l'accordo si è potuto firmare perchè c'è una significativa variazione rispetto al piano industriale di Ast del 17 luglio scorso: i volumi produttivi vengono confermati per almeno un milione di tonnellate all'anno. "E inoltre - dice Ghini - Ast si è impegnata per 100 milioni di investimenti", possibilità che per la verità era già nota da ottobre come ribadito anche dal ministro Federica Guidi nella sua audizione alla Camera dei Deputati.

Ci sarebbero poi 10 milioni di euro di investimenti in ricerca e sviluppo, anche questi ipotizzati diversi mesi fa.  Comunque, tutti oggi parlano di "accordo positivo" chiuso dopo una vertenza molto lunga e difficile. La sosddisfazione per i risultati raggiunti è unanime.  Anche il Premier Matteo Renzi è di questo avviso. In un twit ha scritto: "Ventinove ore di discussione ma alla fine questo è l'accordo. Un buon accordo. Un accordo sudato, un ottimo accordo».

La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha diffusa una nota scritta a quattro mani con il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo

«È stata una vertenza durissima. Con il piano presentato da ThyssenKrupp a luglio il rischio era quello di un drastico ridimensionamento del sito siderurgico di Terni, un'infrastruttura essenziale per l'industria italiana e umbra, con impatti devastanti sull'occupazione diretta di Ast e dell'indotto. Fin dall'inizio - ricordano - Regione e Comune di Terni hanno sostenuto con forza la posizione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che con 45 giorni di sciopero si sono posti a tutela delle prospettive di sviluppo e del futuro di Ast e delle imprese dell'indotto. Ora, finalmente, grazie a questa intesa, i lavoratori e le organizzazioni sindacali del gruppo Ast, delle altre imprese dell'indotto, ma anche Terni e l'Umbria possono guardare al futuro con maggior fiducia».

«La straordinaria azione di lotta dei lavoratori, la loro generosa mobilitazione, la loro profonda compostezza e quella di tutta la collettività di Terni - che ha potuto godere di un sostegno forte e convinto di tutta la comunità regionale -, il ruolo fondamentale svolto da tutte le organizzazioni sindacali che con determinazione, ma anche con un alto senso di responsabilità hanno condotto il negoziato con l'azienda, hanno permesso che venisse scongiurato il rischio di un inaccettabile ridimensionamento dell'Acciaieria di Terni». «La Regione ed il Comune di Terni - sottolineano Marini, Di Girolamo e Riommi - sono state in questi mesi accanto ai lavoratori ed hanno sostenuto con convinzione le loro ragioni perché eravamo e restiamo convinti che la difesa delle Acciaierie significava difendere non soltanto il posto di lavoro di quanti erano minacciati di licenziamento, ma soprattutto la prospettiva di sviluppo di tutta la regione e del paese intero».

«Con forza, in questi difficili mesi - dicono ancora presidente e sindaco -, abbiamo cercato di offrire il nostro contributo, mettendo a disposizione anche un importante pacchetto integrato di strumenti e risorse finanziarie, affinché il negoziato - pur in momenti di grande tensione e di dialogo a volte difficile - potesse proseguire nella ricerca di una intesa che desse le opportune garanzie affinché il sito siderurgico di Terni potesse continuare a rappresentare un asset strategico per l'industria umbra e nazionale». «Il sistema di interventi che la Regione Umbria ha messo a disposizione - rilevano - prevede in primis risorse per almeno 5 milioni di euro finalizzati al sostegno degli investimenti sull'efficienza energetica e sulla sostenibilità ambientale delle produzioni». «Con le risorse dei fondi strutturali europei - aggiungono - abbiamo assunto l'impegno di sostenere con specifici programmi strumenti ed iniziative gli investimenti, l'innovazione, la qualificazione delle imprese dell'indotto. Per i lavoratori di queste ultime, ci siamo impegnati su iniziative per rafforzarne le competenze e la qualificazione al fine di favorirne la continuità occupazionale e il reimpiego presso le aziende subentranti in esito a procedure di appalto. Sempre per i lavoratori prevediamo, qualora necessario, modalità concordate di gestione degli ammortizzatori sociali». Dal punto di vista del miglioramento delle condizioni insediative e della logistica del territorio «intendiamo procedere rapidamente alla realizzazione della bretella San Carlo-Prisciano, ed al completamento della base logistica di Terni anche con riferimento alla realizzazione del collegamento ferroviario con la rete ferroviaria Rfi». «Insieme al ministero dello Sviluppo economico - riferiscono i rappresentanti delle istituzioni - stiamo assumendo tutte le iniziative utili per il finanziamento del completamento della superstrada Orte-Civitavecchia».

Marini, Di Girolamo e Riommi ringraziano «il Governo per il ruolo attivo svolto nella vertenza a cominciare dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, per aver considerato Ast una delle grandi vertenze del Paese e questione di interesse nazionale. Un grazie particolare - proseguono - al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi che in prima persona, unitamente al sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, al vice ministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Del Rio, ha condotto la difficile trattativa interloquendo in prima persona con il 'board' di ThyssenKrupp ed il vertice di Ast, mantenendo sempre aperto il dialogo con l'azienda e con le organizzazioni sindacali anche nei momenti più difficili in cui la situazione sembrava precipitare, dando il suo contributo sostanziale ai contenuti fondamentali dell'accordo ed alla positiva soluzione della vertenza». «Dall'altro lato, in queste settimane abbiamo aperto un confronto con i parlamentari e le istituzioni europee che continuerà per poter garantire nella dimensione delle politiche industriali comunitarie un ruolo sostanziale dell'industria siderurgica per lo sviluppo del nostro paese e dell'Europa intera. Tutti - concludono Marini, Di Girolamo e Riommi - hanno svolto con impegno, rigore e serietà la loro parte per favorire una intesa che mirasse innanzitutto a salvaguardare un pezzo fondamentale e strategico, quale è l'Ast di Terni, per l'industria siderurgica nazionale, e con essa l'occupazione e l'economia di una intera regione».