Giovedì 18 Aprile 2024

Catania, blitz contro il feroce clan dei Laudani, 109 arresti

L'operazione 'Vicerè' ha colpito uno dei più violenti clan mafiosi dela catanese, alleati dei Santapaola. Un gruppo criminale che rivendicava una certa autonomia nei confronti di 'Cosa Nostra', e che aveva legami anche con la 'ndrangheta reggina

Carabinieri

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Catania, 10 febbraio 2016 - Oltre 500 i carabinieri del Comando provinciale di Catania e unità specializzate hanno assestato un duro colpo al clan mafioso Laudani, storico alleato a Catania della cosca Santapaola.    Il Gip etneo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia ha fatto eseguire 109 ordini d'arresto, in Italia e all'estero.  

Le accuse per gli arrestati nella retata "Vicerè" sono accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi ed altri reati. 

Le indagini hanno consentito di ricostruire l'organigramma del clan, considerato una delle più ramificate e pericolose cosche criminali operante nel catanese, caratterizzato da una autonomia criminale orgogliosamente rivendicata anche nei confronti di "Cosa nostra".

L'organizzazione ha anche stretto alleanze con la mafia durante le più sanguinose faide degli anni ottanta e novanta, e vanta saldi legami anche con la 'ndrangheta reggina. 

Particolarmente radicato nella zona pedemontana dell'Etna e, durante gli anni novanta, è stato il braccio armato del clan Santapaola. Estorsioni e dorga al centro dei suoi affari, la cosca si è caratterizzata sempre più per una autonomia criminale orgogliosamente rivendicata.

Il clan Laudani, conosciuto a Catania col nomignolo di 'mussi 'ri ficurinia' (labbro di ficodindia), e famoso per la ferocia, è stato preso per mano da Pippo Di Giacomo, un sicario oggi condannato all'ergastolo. 

Tre, in particolare, gli episodi gravissimi di cui la cosca fu protagonista: nel 1993 l'attentato alla caserma dei carabinieri di Gravina di Catania, nel 1994 l'omicidio dell'ispettore della polizia penitenziaria Luigi Bodenza e un anno dopo, nel 1995, l'assassinio dell'avvocato Serafino Famà.