Martedì 23 Aprile 2024

Strage di San Bernardino, feriti fanno causa a Apple

Pronta un'azione legale contro l'azienda di Cupertino che si rifiuta di creare un software ad hoc per sbloccare il telefonino del terrorista Farook. L'ad Tim Cook: "Ecco perché dico no all'Fbi"

Tim Cook, Ceo Apple (Ansa)

Tim Cook, Ceo Apple (Ansa)

Los Angeles, 22 febbraio 2016 - Un'azione legale contro Apple perché esegua l'ordine del governo di sbloccare l'Iphone di Syed Farook, responsabile con la moglie della strage di San Bernardino, in California. A intentare la causa sono alcune delle persone rimaste ferite nell'attacco terroristico dello scorso dicembre: "Sono stati presi di mira dei terroristi, vogliono sapere perché", ha detto Stephen Larson, un ex giudice federale e ora avvocato di alcune delle vittime. Il legale non ha voluto precisare quante persone rappresenta.

Proprio oggi Tim Cook, Ceo dell'azienda di Cupertino, ha voluto ribadire la posizione di Apple in una mail inviata a tutti i dipendenti. Quanto chiedono governo e Fbi - e cioè creare un software in grado di aggirare il blocco del telefonino - vorrebbe dire "non solo andare contro la legge", ma anche "mettere a rischio la privacy e la sicurezza" di milioni di cittadini onesti, spiega il manager, che allega alla lettera anche una scheda di domande/risposte sulla vicenda. 

Cook  suggerisce al governo di formare una commissione che legiferi in merito all'utilizzo di codici criptati e al rapporto privacy/sicurezza. Intanto respinge al mittente la richiesta di collaborare arrivata da James Comey, direttore Fbi, che definiva il caso di San Bernardino "abbastanza limitato". 

Apple, Tim Cook scrive ai dipendenti. "Ecco perché dico no all'Fbi"