Venerdì 19 Aprile 2024

"Il mio cane ha scavato con me per cercare i miei figli sepolti"

Straziante racconto di un infermiere a cui il sisma ha portato via due ragazzi, un maschio e una femmina. La cagnolina Laga gli ha indicato dove cercare. Poi ha iniziato a piangere

Abbraccio in una foto Ansa

Abbraccio in una foto Ansa

Rieti, 26 agosto 2016 -  E' stata la sua cagnolina a indicargli il punto esatto dove scavare. Lei, per prima, si è messa a scavare con le zampe alla ricerca dei suoi amati padroni. Poi ha iniziato a piangere. E' terribile il racconto di un uomo sopravvissuto al sisma ma piegato dalla perdita di entrambi i figli morti sotto le macerie.

«Ho tirato fuori dalle macerie prima la mia ex moglie, ferita ma viva, poi, un po' alla volta, scavando con le mani e con l'aiuto del mio cane ho travato mia figlia Anna, 21 anni, e mio figlio Franco, 23 anni, ma per loro non c'era più nulla da fare». Il racconto di Carlo Grossi, infermiere dell'Ares 118 in servizio all'ospedale Grifoni di Amatrice dal 1981, è angosciante. «Laga (il nome del suo cane, ndr) abbaiava e scavava, poi ha iniziato a piangere anche la cagnolina», va avanti Grossi.

«Il primo corpo che ho trovato - prosegue -, dopo aver soccorso mia moglie, è stato quello di mia figlia Anna, ho visto la sua treccia. Poi abbiamo continuato e ho scorto una gamba, quella di Franco. Era nella posizione come dormiva abitualmente, pancia in giù, con le braccia aperte, aggrappato al materasso». Della casa dove vivevano i suoi figli, ad Amatrice, al civico 56 di via Madonna della Porta, non resta più nulla: «È un cumulo di macerie», racconta ancora Grossi. «Anna e Franco - aggiunge il soccorritore - non si sono accorti di nulla, il terremoto me li ha portati via nel sonno e non ho potuto fare nulla per loro». Carlo Grossi ne ha viste tante durante la sua lunga carriera con il 118, sempre in prima linea, e anche ora che ha perso i suoi figli sta aiutando tutti in paese. «Mi sono fatto quattro terremoti - prosegue - ma non ho mai pensavo che prima o poi una tragedia così grande potesse toccarmi in modo così forte».  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]