Sabato 20 Aprile 2024

Mamma scimpanzé cura con amore la cucciola disabile. E la "famiglia" l'aiuta

Tanzania. Uno studio giapponese ha monitorato il gruppo della piccola fino a quando è morta. Gli scienziati hanno verificato come la madre e la sorella l'abbiano accudita sorreggendola anche durante l'allattamento perché lei non era in grado di aggrapparsi. Esiste, anche per questi animali, il principio della "cura sociale"

Mamma scimpanzé con la sua cucciola disabile (AFP)

Mamma scimpanzé con la sua cucciola disabile (AFP)

Roma, 11 novembre 2015 - Che gli animali siano capaci di sentimenti, che "sentano le cose" e provino emozioni, è cosa nota. Ma gli esempi non cessano di stupire soprattutto quando sono supportati da verifiche scientifiche. Così un gruppo di ricercatori giapponesi ha osservato, e documentato, in Tanzania, il comportamento di una mamma scimpanzé nei confronti della sua cucciola disabile che l'animale ha curato con amore e dedizione per due anni. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sull'edizione online di Primates, rivista internazionale dedicata agli approfondimenti su questi animali.

I ricercatori giapponesi dell'Università di Kyoto hanno lavorato con pazienza nel Parco nazionale delle montagne Mahale quando hanno scoperto l'esistenza, in quel territorio - era il 2011 - una piccola di scimpanzé gravemente disabile. Gli studiosi hanno deciso così di verificare che cosa succedeva nella "famiglia" dei primati in seguito a questa presenza diversa. Secondo quanto premesso dai ricercatori "La cucciola osservata mostrava sintomi paragonabili a quelli indicativi della sindrome di Down". Non si tratta della prima volta che si scopre che anche gli scimpanzé possono manifestare questa malattia: un altro caso era stato accertato su un esemplare in cattività.

Alla fine dell'osservazione gli scienziati giapponesi hanno potuto confermare che "La cura compensativa per le disabilità della piccola e le cure materne anche da parte della sorella hanno aiutato la cucciola a sopravvivere per 23 mesi allo stato selvatico". Successivamente la cucciola è scomparsa e i tecnici ritengono sia morta. Ma, per due anni, l'osservazione diretta sul campo ha permesso di verificare come sia la madre che la sorella ne avessero cura sostenendo il corpo con le braccia mentre la mamma la allattava. Erano consapevoli che, da sola, la piccola non avrebbe potuto reggersi al corpo della madre come avviene normalmente.

E' la dimostrazione dell'esistenza di una "cura sociale" del gruppo nei confronti di un membro che presenta problemi gravi. La "famiglia" se ne prende cura. Una scoperta importante anche per gli umani poiché proprio il fattore "cura sociale" si sarebbe manifestato insieme con la trasformazione dei nostri antenati in "esseri umani". Lo studio ha permesso poi di verificare come la mamma preservasse la cucciola dagli altri scimpanzé non imparentati e non appartenenti allo stesso gruppo. Questi venivano tenuti lontani dalla piccola mentre i "familiari" potevano interagire tranquillamente con lei senza che la madre mostrasse alcuna preoccupazione. Così sia per gli adulti che per gli altri cuccioli. Tutti i componenti del clan, secondo quanto verificato in Tanzania, si mostravano assolutamente normali nei confronti della cucciola disabile senza manifestare reazioni avverse. Se l'evoluzione umana è passata anche attraverso principi come questo della "cura sociale", allora occorre chiedersi a quale punto della scala evolutiva siano giunti gli scimpanzé. Considerazione che non può non porre una serie di quesiti etici di primaria importanza. Lorenzo Gallitto Per contatti con la nostra redazione: [email protected]