Venerdì 19 Aprile 2024

"Il randagismo ha un costo sociale e responsabilità acclarate"

Legambiente ricorda le sentenze della Cassazione sui danni connessi ad incidenti provocati da animali vaganti

Cane da solo in una foto L.Gallitto

Cane da solo in una foto L.Gallitto

Roma, 31 maggio 2015 - Con l'avvicinarsi delle vacanze estive si ripresenta un grave problema per gli automobilisti. Da sempre, la chiusura delle scuole coincide con il picco di abbandono degli animali domestici che, scaricati sulle strade, costituiscono un serio rischio alla sicurezza della viabilità. Secondo i dati a disposizione di Legambiente, oggi nello Stivale i «randagi» sono circa 150.000. Per la giurisprudenza è il gestore della strada che deve rifondere eventuali danni a persone o cose provocati dall'investimento di animali.

Un orientamento che è confermato da due recenti pronunciamenti, tornati appunto di attualità con l'acuirsi degli abbandoni. Lo scorso 12 febbraio, la Corte di Cassazione (sentenza numero 2741/15), ha stabilito la responsabilità  di un Comune (oltre che dell'Azienda sanitaria competente), per la caduta in città  di un centauro provocata da un randagio. Per un investimento avvenuto in autostrada, invece, la Terza Sezione Civile del Tribunale di Taranto (sentenza 8/2015), ha condannato la società  di gestione che non aveva provveduto a realizzare un'adeguata protezione delle corsie onde evitare la possibile invasione di animali. In passato, infatti, la Suprema Corte, ha enunciato che la responsabilità  è evitabile solo per «caso fortuito» (sentenza numero 11517/2013) ovvero se il gestore della strada dimostra di aver posto in essere tutte le cautele necessarie a scongiurare l'ingresso in carreggiata di animali.

Antonino Morabito, responsabile della tutela della fauna e del benessere animale di Legambiente, riguardo al problema randagismo chiarisce: «Negli ultimi anni il fenomeno si è contratto in valore assoluto. Oggi siamo lontani dai 900.000 esemplari abbandonati del 1999 ma la situazione resta critica, anche per i costi che implica». Il fenomeno non riguarda in genere animali con pedigree: Fabrizio Crivellari, direttore generale dell'Enci (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana), impegnato in questi giorni nell'organizzazione del World dog show 2015 (Milano, 11-14 giugno), ci tiene a sottolineare che di solito «chi accoglie in casa un cane di razza lo fa dopo una scelta ponderata e prende l'amico a quattro zampe pensando a una vita in comune». Per arginare l'abbandono restano importanti le campagne di sensibilizzazione.

Carla Rocchi, presidente dell'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), nell'apprestarsi a lanciare quella 2015 dal titolo «Chi abbandona si abbandona», evidenzia comunque l'importanza delle ultime modifiche al Codice della Strada (art. 189 C.d.S, comma 9bis): «Hanno introdotto un importante principio di civiltà: si deve sempre prestare assistenza a un essere vivente riverso sulla strada, in stato di necessità, indipendentemente che sia una persona, un cane, un cervo o un uccello». Per contatti con la nostra redazione: [email protected]