Una scia di sei chilometri di carburante nel "paradiso dei cetacei"

Canarie. Greenpeace e Wwf attaccano la decisione di portare al largo il peschereccio russo poi inabissato. Si teme il disastro ecologico

Gommone di Greenpeace nella zona del disastro

Gommone di Greenpeace nella zona del disastro

Roma, 16 aprile 2015 - Le autorità marittime continuano a sostenere che non ci sia fuoriuscita di carburante ma il peschereccio russo Oleg Nayedonov, affondato dopo un incendio a bordo a 15 miglia a sud dell'isola di Las Palmas alle Canarie, ha provocato una scia  di combustibile che si estende per 6 chilometri di lunghezza e due chilometri di larghezza. E già gli ambientalisti, accorsi sul posto, hanno raccolto uccelli intrisi di carburante e condannati alla morte se non soccorsi e ripuliti. Senza considerare che la zona dove è avvenuto l'inabissamento è considerata il "paradiso dei cetacei" e un'eventuale contaminazione può causare danni incalcolabili a tartarughe marine, delfini, balene e altre specie protette.

La preoccupazione è alle stelle anche se secondo la Capitaneria marittima, si tratta di una scia "normale" come conseguenza di un incidente e non esistono indizi sulla possibilità che il carburante contenuto nei serbatoi sia fuoriuscito. Al momento dell'incendio il peschereccio aveva caricato 1.400 tonnellate di combustibile e si apprestava a lasciare il porto di Las Palmas. La nave Miguel Cervantes, dotata di sistema anticontaminazione e il rimorchiatore Punta Salinas, che aveva trainato il peschereccio incendiato dal porto dell'isola al largo, restano mobilitate nell'area del naufragio, dove l'Oleg Nayedonov si è inabissato a 2.400 metri di profondità. La macchia di carburante, spinta dalle correnti, ha preso una deriva in direzione sudest e si allontana dalle coste delle Canarie. 

Ieri le organizzazioni ecologiste Greenpeace e WWF, nel paragonare il naufragio della nave a quello della petroliera Prestige, che 13 anni fa provocò un disastro ecologico al largo delle coste della Galizia, avevano criticato la decisione di portare in acque aperte il peschereccio russo, di 120 metri di lunghezza, invece di ripararlo in una zona più coperta, dove sarebbe stata più facile la gestione dell'incendio e si sarebbe probabilmente evitato l'affondamento. Il pm della Procura specializzata in reati ambientali del tribunale di Las Palmas ha aperto un'inchiesta e il segretario di Stato all'ambiente, Federico Ramos, ha sostenuto che «è demagogico» comparare il caso dell'Oleg Naydenov alla catastrofe ecologica del Prestige, dal momento che la petroliera affondata 13 anni fa aveva 77.000 tonnellate di carburante a bordo e il peschereccio russo soltanto 1.400.

Ma Greenpeace e WWF insistono. La decisione di allontanare il peschereccio dal porto, secondo le organizzazioni ambientaliste,  è contraria a ogni logica e indica «che non si è imparato nulla dal disastro ecologico della petroliera Prestige». E' quanto sostenuto dal portavoce di Greenpeace, Julio Barea, che ha denunciato «l'opacità e la mancanza di trasparenza». «Invece di portare la nave in una zona più coperta, dove sarebbe stata più agevole la gestione dell'emergenza provocata dall'incendio è stata portata in acque aperte, dove è naufragata ed è ora a 2.400 km di profondità». Il peschereccio, di 120 metri di lunghezza, è inabissato una zona ad alta sensibilità ambientale, riserva mondiale di cetacei, che sarà dichiarata prossimamente Luogo di Interesse Comunitario.

Il peschereccio russo Olev Nayvdon era stato denunciato "ripetutamente" da Greenpeace alla Commissione Europea "perché impegnato in attività di pesca illegale in Senegal" e "sia nel 2010 che nel 2012 la nave aveva cercato di nascondere nome e numero di matricola per evitare la denuncia". Anche le autorità senegalesi "hanno denunciato più volte la barca, l'ultima nel 2014, quando pescava nonostante nel 2012 le fosse stata revocata la licenza". Secondo i dati a disposizione di Greenpeace "il combustibile del peschereccio, chiamato Ifo 380, ha caratteristiche simili a quelle di quello impiegato dal Prestige, molto denso e viscoso, poco solubile in acqua". 

Lorenzo Gallitto Per contatti con la nostra redazione: [email protected]