Martedì 16 Aprile 2024

Pellicce: un nuovo Rapporto smaschera tutta la sofferenza animale

Il 15 ottobre a Bruxelles la Lav, insieme con le coalizioni internazionali Fur Free Alliance e Eurogroup for Animals, presenta un dossier al Parlamento Europeo mettendo in luce quelle che sono soltanto operazioni di marketing

Visone nella gabbia di un allevamento in una foto di repertorio

Visone nella gabbia di un allevamento in una foto di repertorio

Roma, 12 ottobre 2015 - Il prossimo 15 ottobre le coalizioni internazionali Fur Free Alliance ed Eurogroup For Animals, delle quali la LAV è componente e unica rappresentante per l’Italia, presenteranno al Parlamento Europeo a Bruxelles il nuovo rapporto “Nordic fur trade – marketed as responsible business” (Pelliccia del Nord, commercializzata come business responsabile), un dossier che mostra come la rivendicazione del rispetto di elevati standard da parte dell’industria della pellicceria europea sia in netto contrasto con la realtà degli allevamenti e venga per questo duramente criticata da numerosi esperti in benessere animale. È in particolare la società scandinava Saga Furs - network di allevatori nel Nord Europa e principale player nel campo della produzione e del commercio delle pellicce -  ad avere implementato una strategia per presentare se stessa come una sorta di certificazione etica per i prodotti commercializzati, facendo così apparire la produzione di pellicce nei Paesi nordici come rispettosa del benessere animale. Eppure, il nuovo rapporto “Nordic fur trade” dimostra che le condizioni degli animali nel Nord Europa non sono significativamente diverse dalle condizioni degli animali allevati in altre parti del mondo.

"Gli allevamenti di animali ‘da pelliccia’ e i problemi connessi al benessere animale sono gli stessi ovunque, in Finlandia così come in Danimarca e in Cina. Attivi predatori, quali sono i visoni e le volpi, principali specie allevate per tale scopo, sono tenuti in allevamenti intensivi fatti di lunghe file di gabbie di rete metallica in cui le loro esigenze comportamentali non possono essere soddisfatte", spiega Salla Tuomivaara, co-autore e direttore della ONG finlandese Animalia.

Il lancio del nuovo rapporto che smaschera l’industria della pellicceria avviene a breve distanza dal grottesco tentativo di questo settore di rilanciare la propria immagine, organizzando pochi giorni fa, sempre al Parlamento Europeo, una mostra per pubblicizzare il proprio impegno in favore del benessere animale. Saga Furs sostiene di essere orgogliosa del fatto che le sue pellicce provengono da Paesi in cui sono vigenti norme a tutela del benessere animale e in particolare “da allevamenti attentamente monitorati nell’Unione Europea o in Norvegia".

"I parametri di benessere animale a cui fa riferimento Saga Furs sono solo strumenti di marketing  finalizzati a migliorare l’opinione di consumatori e istituzioni, quando nella realtà gli allevamenti per la produzione di pelliccia, anche nel Nord Europa, sono criticati da esperti di benessere animale”, replica il co-autore e veterinaria Siri Martinsen, direttore della ONG norvegese NOAH.

“Una delle conclusioni del nostro dossier è che l’attività della società Saga Furs può essere considerata come una mera attività di marketing, che tenta di opporsi alla crescente consapevolezza etica, in una Europa dove la preoccupazione dei cittadini per il rispetto degli animali è molto diffusa”, conclude Simone Pavesi, Responsabile Lav Moda Etica.

Il rapporto “Nordic fur trade – marketed as responsible business” sarà presentato al Parlamento Europeo, Bruxelles, giovedì 15 ottobre alle ore 13, dalle coalizioni internazionali di difesa animale Fur Free Alliance e Eurogroup for Animals, delle quali LAV è componente e unica rappresentante per l’Italia. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]