Morì dopo il combattimento con un altro orso il marsicano trovato a giugno

I risultati dei rilievi autoptici hanno messo in evidenza la morte per "cause naturali" anche se, nel corpo dell'animale, furono recuperati pallini da caccia

Orso marsicano in una foto Ansa

Orso marsicano in una foto Ansa

Roma, 1 ottobre 2014 - Ferroio, l'Orso bruno marsicano trovato morto il 9 giugno scorso in località Prato Cardoso, in territorio di Civitella Alfedena (L'Aquila), ha avuto la peggio in una lotta con un suo simile. E' la conclusione cui è giunta la necroscopia svolta a Grosseto presso il Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria dell'Istituto Zoooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana. Morte naturale, quindi, fa sapere il Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. Proprio dopo combattimenti tra maschi durante la stagione riproduttiva Ferroio era rimasto ferito sul naso e sul collo nel giugno 2008, quando aveva 6 anni e pesava 112 kg.  Ferroio, ricorda il Parco, nel corso degli anni è stato seguito assiduamente dai i Servizi Scientifico e Veterinario dell'Ente. Con il monitoraggio telemetrico è stato possibile determinarne l'home range, cioè l'area di primaria frequentazione, calcolata intorno ai 190 km (come l'area di un quadrato di lato 14 Km). 

Nell'autunno 2006 Ferroio si aggirava sulle montagne della Duchessa (Riserva Naturale), nel 2008 è stato osservato nei dintorni di Scanno, Pescasseroli, Barrea e Villa Scontrone; entrato in letargo il 17 dicembre di quell'anno vi restò circa 85 giorni. Era stato segnalato anche nel territorio del Comune di Micigliano (Rieti), anni dopo nel Comune di Roccapia (L'Aquila), nel Parco Nazionale della Majella. Catturato nuovamente nel 2011 per togliergli il collare, l'animale pesava 197 Kg.  Quando il 9 giugno fu trovato dalle Guardie del Servizio Sorveglianza del Parco Ferroio era probabilmente morto da qualche giorno. Gli esami tossicologici, tesi ad accertare se la morte fosse stata causata da sostanze tossiche, hanno dato esito negativo, così come quelli per evidenziare eventuali patologie. Sul corpo dell'animale sono stati trovati però dei pallini da caccia, "a testimonianza - secondo il direttore del Parco - di una perversa e brutale pratica, quella di prendere di mira gli orsi, sicuramente di pochi delinquenti che deve essere stroncata una volta per sempre".  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]