Lunedì 22 Aprile 2024

Orsi. Trento vuole mano libera mentre M5s diffida provincia e governo

Ancora una volta polemiche sulla gestione dei plantigradi per la quale gli organismi locali vorrebbero agire come meglio ritengono. I grillini accusano il ministro Galletti e quanti hanno smania di "usare i fucili"

Cuccioli di orso in una foto Olycom

Cuccioli di orso in una foto Olycom

Trento, 5 agosto 2015 - «La Provincia autonoma di Trento ha chiesto ufficialmente allo Stato di applicare direttamente la direttiva sull'orso. Le decisioni le vogliamo prendere noi, perché lo Stato non le vuole prendere» ha spiegato il governatore del Trentino, Ugo Rossi, dall'Expo di Milano, dove la Provincia ha inaugurato lo spazio per il territorio. 

«Abbiamo inviato formalmente la richiesta al ministero dell'Ambiente - ha spiegato - chiedendo di applicare la direttiva Ue sulle specie protette e quindi anche per l'orso. Chiediamo l'applicazione diretta per gestire il problema in prima persona e faremo valere la nostra richiesta politicamente, anche con il Primo ministro».  

Intanto il Movimento 5 stelle ha diffidato formalmente il governo per la gestione degli orsi.  "Il Progetto Life Ursus è nato nel 1999 con la reintroduzione di circa dieci orsi provenienti dall’est Europa e con l’obiettivo di ripopolare le montagne trentine da cui il plantigrado era scomparso. Da quella data grazie al progetto, finanziato con cospicui fondi dell’UE e dello Stato, gli orsi sono tornati a vivere e a riprodursi, ma a farne tragicamente le spese sono stati gli orsi stessi", riporta un comunicato del gruppo.

"I presupposti per la reintroduzione non sono mai stati adeguatamente valutati e non si è mai lavorato in modo efficace per la riduzione del conflitto.  Le recenti minacce contro gli orsi, le azioni prospettate dalla Provincia e i pareri del funzionario responsabile dell'Ispra  sono del tutto inaccettabili per un Paese civile».  Per questa ragione il portavoce parlamentare pentastellato Paolo Bernini congiuntamente a Chiara Gagnarli, Mirko Busto, Massimo De Rosa e Patrizia Terzoni hanno indirizzato una ulteriore diffida al Presidente della Provincia di Trento e ai tre ministri competenti: Galletti (Ambiente), Lorenzin (Salute) e Martina (Politiche Agricole).

«La scellerata quanto inadeguata gestione del progetto che ha esitato in drammatici dati visto che ad oggi gli orsi morti (accertati) sono 19 di cui 10 uccisi dall’uomo e tra questi 5 per mano della Provincia di Trento e della Forestale Provinciale in operazioni di cattura, 17 quelli non rilevati geneticamente, 2 emigrati e 2 ricatturati e costretti a vivere in cattività. Nel 2013, M2 è stato ucciso da un bracconiere e forse anche M11 potrebbe aver avuto la stessa sorte. Mentre M13, invece, è stato ucciso dalle autorità elvetiche. Il caso di Daniza, di cui attendiamo gli esisti giudiziari, è incommentabile. L’uccisione di una femmina che aveva ancora i suoi cuccioli da gestire (le mamme vivono insieme ai cuccioli anche fino ai 3- 4 anni) resterà alla storia come uno degli atti più gravi, vili e cruenti di questo progetto che ha precisi responsabili. Questi dati raccapriccianti mostrano in modo evidente come la Provincia di Trento e i responsabili del progetto non siano in grado di operare con la priorità di garantire la tutela dei plantigradi per quanto previsto dalla normativa vigente e dalle finalità del progetto", continua la nota dei cinquestelle.

"Anche in considerazione del fatto che questa specie particolarmente protetta appartiene al patrimonio Indisponibile dello Stato, non si comprende il totale silenzio del ministro dell’Ambiente che, più volte sollecitato ad un incontro diretto, non ha avuto nemmeno la cortesia di rispondere".

«Tale problematica per noi non va in vacanza e per questo vigileremo grazie al Movimento cinque stelle sul territorio. E con la ripresa delle attività della Commissione Ambiente, attendiamo il ministro Galletti, da noi convocato urgentemente, al quale sarà necessario rammentare i suoi compiti e le normative vigenti. Inoltre è doveroso evidenziare che il presidente della Provincia, i sindaci e chiunque ricopra una carica istituzionale non può in alcun modo avocare a sé diritti inesistenti e minacciare l’uso delle armi e l’affermazione della giustizia personale. La presenza degli orsi non può essere utilizzata come fonte di attrazione turistica e come motivo di ingresso di fondi nelle casse provinciali di cui abbiamo chiesto informazioni e resoconti. Come gli altri animali, gli orsi sono esseri senzienti a cui dobbiamo tutela, rispetto, diritti e la presenza e la capacità di adattamento di questa specie dimostra la ricchezza della biodiversità del nostro Paese che invece è distrutta proprio da chi dovrebbe proteggerla", conclude il comunicato. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]