Mercoledì 24 Aprile 2024

Orsa Daniza, l'Italia denunciata in commissione Ue a Bruxelles

Nell'atto di parla di evidente violazione delle direttive Cee per la tutela dell'orso bruno. Sotto accusa la provincia di Trento ma anche il Ministero dell'Ambiente

Daniza con i cuccioli in una foto Ansa

Daniza con i cuccioli in una foto Ansa

Roma, 1 ottobre 2014 -  Edoardo Gandini, dello European enforcement network of animal welfare lawyers and commissioners, e Monica Frassoni, coordinatrice di Green Italia e co-presidente del Partito verde europeo, hanno depositato alla Commissione Ue a Bruxelles una denuncia nei confronti dell'Italia (ministero dell'Ambiente, Provincia autonoma di Trento e ogni altro eventuale organismo e/o ente pubblico la cui responsabilità dovesse sussistere) in collaborazione con Massimo Tettamanti, noto esperto di metodi alternativi alla sperimentazione animale, i rappresentanti di Green Italia/Verdi europei e delle associazioni per la protezione degli animali Leal, Oipa e Associazione animalisti.  

L'iniziativa porta all'attenzione della Commissione Ue il fatto che la Provincia di Trento, in merito alla vicenda dell'orsa Daniza, ha agito in evidente violazione della direttiva 92/43/Cee e della direttiva 2000/60/Ce, in particolare per quanto che riguarda la protezione dell'orso bruno, la conservazione degli habitat naturali e la tutela dei corpi idrici di superficie.  "La vicenda dell'orsa Daniza rivela una totale contraddizione fra il programma europeo per la reintroduzione dell'orso bruno e il comportamento delle autorità della provincia di Trento, che sempre più spesso, dopo avere incassato i soldi, non sono in grado di mantenere gli impegni di protezione previsti nel progetto stesso: obblighi di protezione non solo degli orsi, ma anche dei loro habitat naturali - dichiarano Gandini e Frassoni - Al di là del caso di Daniza e dei suoi cuccioli, gravissimo in quanto bisogna ricordare che era un essere senziente, vogliamo sottolineare che già nel dicembre 2013 erano stati approvati anche dei provvedimenti da parte delle autorità trentine per l'ampliamento dell'area sciistica e per la costruzione di un bacino funzionale all'innevamento artificiale su porzioni del territorio coperte dalla direttiva Habitat. Le autorità locali, i loro partner e tutto il Trentino hanno quindi beneficiato di ingenti fondi europei (quasi 8 milioni di euro) ed ora che li hanno ricevuti non ne rispettano i vincoli. Crediamo che questo sia un chiaro caso di spreco del denaro dei contribuenti europei e che dovrà esser sanzionato esplicitamente". Per contatti con la nostra redazione: [email protected]