Mercoledì 17 Aprile 2024

Bologna, la provincia ha deciso di abbattere gli ibridi di oche selvatiche

Si parla di circa 200 esemplari che, secondo l'ente locale, possono inquinare il patrimonio genetico della specie. Ma si potrebbero ipotizzare soluzioni diverse

Oche selvatiche in una foto L.Gallitto

Oche selvatiche in una foto L.Gallitto

Bologna, 23 novembre 2014 -  La parola d'ordine è sempre la stessa: abbattere. Anche se le normative prevedono tutta una serie di tentativi alternativi prima di arrivare alla soluzione estrema, non si va troppo per il sottile quando si ritiene una specie troppo invasiva.  "Abbattere gli esemplari "ibridi" ed esotici che possono inquinare la popolazione di oche selvatiche presenti sul territorio e scongiurare così l'aumento di danni alle coltivazioni".

Così recita l'obiettivo di un piano sperimentale di controllo adottato dalla Provincia di Bologna. "La popolazione di oche selvatiche è di norma migratrice ma molti nuclei, introdotti nell'ultimo ventennio - spiegano da Palazzo Malvezzi, con un post sul portale dell'ente - hanno assunto abitudini pressoché sedentarie e condividono habitat particolarmente idonei con animali allevati a scopo ornamentale o alimentare, quali le oche cignoidi e le oche del Canada".

La presenza degli animali ibridi ed esotici, nel 2014, è stimata in 200 capi su una popolazione complessiva di oche che nei censimenti invernali ha contato 2.000 esemplari. Questa compresenza "moltiplica le occasioni e le possibilità di ulteriori ibridazioni, con conseguente inquinamento del patrimonio genetico della forma selvatica e modifiche del comportamento - continua il post - che diventa meno elusivo nei confronti dell'uomo".

Quest'ultima conseguenza "comporta anche una crescente frequentazione delle colture agricole e quindi una maggiore entità dei danni provocati da questa specie", sottolinea la Provincia. Questi gli importi liquidati per danni causati da oche selvatiche e ibride sulle colture di grano, orzo e mais negli ultimi anni: 19.867 nel 2011, 3.440 nel 2012 e 9.159 nel 2013. Da qui la decisione di avviare un piano di abbattimento, da attuare per un mese all'anno, precisamente dal 20 settembre al 20 ottobre, prima dell'insediamento dei contingenti migratori. Per il carattere sperimentale del piano e il difficile riconoscimento dei capi da abbattere, il piano sarà attuato esclusivamente dalla Polizia provinciale. Ci si chiede: ma non è possibile ipotizzare soluzioni diverse? Per contatti con la nostra redazione: [email protected]