Questo non è un Paese per gli animali

Dai lupi in Veneto alle volpi in Lombardia, dalle nutrie ai procioni: la parola d'ordine è uccidere e non si va oltre

Un lupo (foto di repertorio AP)

Un lupo (foto di repertorio AP)

I cinghiali in Toscana, i lupi in Lessinia, i daini a Ravenna, gli scoiattoli grigi in Liguria e poi, ancora, gli orsi in Veneto e in Trentino Alto Adige e via dicendo lungo un percorso di polemiche, delibere, ordinanze, ricorsi al Tar, battaglie animaliste e chi più ne ha ne metta. In coda a tutto ci sono le nutrie declassate, le volpi a cui spesso non si concede neanche il vantaggio di poter scappare perché si autorizza la caccia in tana (cuccioli compresi) e i tanti e tanti animali che, a turno, finiscono nel mirino dei cacciatori autorizzati da amministrazioni sempre generose con chi ha il "vezzo venatorio". La Lombardia, ad esempio, che dopo aver autorizzato l'eccidio delle nutrie con qualsiasi strumento, fionda compresa, ora progetta di varare analoghe misure anche nei confronti dei procioni. Ammazzando le nutrie si risolve il problema della manutenzione dei corsi d'acqua e se e quando ci sono le alluvioni basta evocare questi animaletti per sollevare enti locali e amministratori da ogni responsabilità.

I procioni, invece, fanno danni all'agricoltura e allora che cosa escogitare se non di sterminarli tutti? Vale anche per i daini di Ravenna che pure avrebbero trovato, gratis, vitto e alloggio presso una riserva privata. Sono bene indisponibile dello Stato e quindi non possono essere ospitati da privati, neanche temporaneamente e con tutte le garanzie del caso. Ospitati no, ammazzati sì. Incongruenze della burocrazia e della macchina che gli umani si sono costruiti attorno, tanto per fare in modo di non consumare troppa materia grigia. E che cosa vogliamo dire dei cinghiali in Toscana? Pericolosi per le colture e per il traffico. Inutile suggerire di mettere in sicurezza le strade, si fa prima a sparare, sparare, sparare. Tra un po' ci saranno comuni che pure in modo illegittimo perché spesso non è materia di loro competenza (vedi la fauna selvatica), ordineranno di fare fuoco sui gatti perché considerati "in eccedenza".

Uccidere sembra la parola d'ordine e non si cerca altra soluzione possibile. Del resto, una nazione che punisce il maltrattamento agli animali - che significa anche torture e nefandezze di ogni genere - con pene talmente lievi da essere sempre al di sotto dei cinque anni di galera. E che, pertanto, potrebbero anche finire depenalizzati se calerà la scure svuota-carceri ipotizzata dal governo per i reati considerati di lieve entità, che cosa ci si può aspettare? In una nazione talmente aperta al nuovo millennio da chiudere le porte dell'Expò Milano ai quattrozampe che cosa ci si deve attendere? Le leggi sugli animali d'affezione non si aggiornano dal 1991, in Italia. E, sempre in Italia, un governatore come Enrico Rossi, patron della Toscana, si candida a Personaggio Ambiente 2014. Portavoce di una regione dove la caccia fa ancora proseliti, dove gli atti amministrativi parlano di "piani di sterminio" di specie ritenute dannose. Una regione dove si ammazzano i lupi e se ne appendono i cadaveri in piazza. Una regione così può offrire il suo governatore come simbolo della tutela ambientale? Forse soltanto in un Paese come il nostro.