Lo Zimbabwe chiede l'estradizione dell'uomo che ha ucciso Re Leone

Passo formale delle autorità africane contro il cacciatore di trofei. Palmer, intanto, si nasconde. Molti americani hanno chiesto l'intervento della Casa Bianca.Studio chiuso e sito sbarrato: non si placa l'indignazione del mondo

Cecil, il leone ammazzato da un ricco americano (Ansa)

Cecil, il leone ammazzato da un ricco americano (Ansa)

Harare, 31 luglio 2015 - Lo Zimbabwe ha presentato una richiesta di estradizione dagli Stati Uniti per Walter James Palmer, il ricco dentista americano ricercato per aver ucciso di frodo il leone Cecil nel parco nazionale Hwange: lo ha annunciato il ministro per l'Ambiente del Paese africano, Oppah Muchinguri, nel corso di una conferenza stampa.

"Ci appelliamo alle autorità responsabili affinché quel bracconiere straniero", ha sottolineato il ministro, "ci sia consegnato e possa così essere chiamato a rispondere del proprio atto illegale". Cecil era un maturo leone molto amato da turisti e appassionati, diventato l'icona del parco. La signora Muchinguri ha ricordato che le leggi venatorie locali proibiscono il ricorso ad arco e frecce, di cui si è invece servito Palmer senza nemmeno riuscire ad abbattere subito la preda. Il ministro ha anche dato una lettura politica dell'accaduto: "Essendo cittadino statunitense, il signor Palmer aveva un programma ben orchestrato inteso a infangare l'immagine dello Zimbabwe e a rendere ulteriormente tesi i rapporti tra noi e gli Stati Uniti", ha accusato.

Dal 2002, quando il discusso presidente Robert Mugabe ottenne l'ennesima conferma in carica attraverso elezioni la cui regolarità fu contestata da tutti gli osservatori occidentali, contro i principali esponenti del regime dell'ex Rhodesia sono in vigore pesanti sanzioni Usa: dal divieto di viaggio e soggiorno al congelamento dei beni. "Sfortunatamente", ha proseguito Muchinguri, "era troppo tardi per arrestarlo, dal momento che si era già dato alla latitanza verso il suo Paese di origine".

L'odontoiatra era infatti riuscito a partire prima che le autorità fossero a conoscenza della triste vicenda, causa di sdegno nel mondo intero. "Le indagini condotte finora", ha proseguito la responsabile dell'Ambiente, "indicano che tutta questa faccenda è stata bene organizzata e ben finanziata, per essere sicuri che si arrivasse allo scopo". Il cacciatore e i suoi collaboratori, ha concluso, "erano totalmente dediti alla caccia illegale del leone".   

Nel frattempo le autorità americane hanno avviato un'inchiesta., ma il dentista nel mirino di sdegno e critiche da tutto il mondo, risulta irreperibile. L'Agenzia Usa per la protezione della fauna, il "Fish & Wildlife Service", ha annunciato di voler verificare le circostanze in cui Walter James Palmer ha ucciso Cecil. Tra l'altro è emerso che il dentista-cacciatore ha un precedente per bracconaggio: nel 2008 fu condannato per aver ucciso un orso fuori dalla zona per cui aveva ottenuto regolare licenza.

"Svariati tentativi di contattare il dottor Walter Palmer non hanno sortito risultato alcuno", ha dichiarato Edward Grace, il numero due del dipartimento di polizia dell'Agenzia per la protezione della fauna, esortando il dentista "o un suo rappresentante" a un veloce contatto. Si tratta del cacciatore che ha organizzato la battuta per l'americano, già incriminato per "non aver evitato un atto di caccia illegale". Non è stata per ora invece precisata la posizione del proprietario del terreno su cui è stato ucciso il felino, un'udienza su eventuali sue responsabilità è stata per ora rinviata.

In Zimbabwe intanto due uomini sono nel mirino della giustizia per l'uccisione di Cecil, che era una sorta di simbolo nazionale e ora sta diventando un simbolo dell'assurdità  di un certo tipo di caccia. Una petizione online di condanna dell'avventura africana del dentista americano ha raccolto quasi un milione di firme, mentre oltre 100mila americani hanno inoltrato sul sito della Casa Bianca una richiesta di spiegazioni e di "totale cooperazione con le autorità dello Zimbabwe" per l'estradizione di Palmer.

Al centro di una tempesta mediatica mondiale, il dentista ha emesso un secco comunicato in cui asserisce di essere stato tratto in inganno dalle guide locali e di essere stato all'oscuro del fatto che il felino appartenesse a categoria protetta. Il suo studio nel Minnesota rimane chiuso. Davanti, una marea di peluche a forma di leone, tigre e scimmie, sulla porta una scritta: "Brucia all'inferno". 

Intanto anche i cacciatori prendono le distanze da Palmer, che avrebbe pagato 55.000 dollari per uccidere Cecil, e avere il suo trofeo di caccia, e affermano che i cacciatori professionisti seguono delle regole precise e si preoccupano di preservare i leoni. Il presidente dell'Associazione dei cacciatori professionisti del Sudafrica, Hermann Meyeridricks:  "Bisogna cacciare in un certo modo, preoccuparsi di mantenere e anzi favorire l'aumento della fauna - dice - si deve cacciare in modo responsabile. Noi cacciamo solo certi animali, quelli che hanno finito il ciclo riproduttivo, i maschi più anziani. Comunque bisogna rispettare le regole di ogni Paese e alcuni parametri etici". 

Palmer è diventato un bersaglio della rabbia popolare. Da due giorni viene attaccato sui social network ed è stato costretto a chiudere il suo ambulatorio - il River Bluff Dental, a Bloomington, in Minnesota - dove decine di persone hanno lasciato messaggi di rabbia: "We are Cecil" recitava un biglietto e ancora "#CatLivesMatter", un altro. E ancora uno in cui si augura a Palmer di marcire all'inferno. La rabbia è esplosa anche su internet, con attacchi al suo sito che ora è offline e l'invasione della sua pagina di Yelp con commenti e insulti. Inoltre la pagina di Facebook "Shame Lion Killer Dr. Walter Palmer and River Bluff Dental" (Vergogna per l'uccisore di leoni Walter Palmer e River Bluff Dental), ha raccolto migliaia di iscritti.

 I manifestanti si sono concentrati anche all'esterno della sua villa. "Assassino! Terrorista!", hanno urlato. Dalla casa non è arrivata alcuna risposta e i vicini hanno preferito non commentare, scrive il New York Times. Uno studio del 2009 condotto dalla International Union for the Conservation of Nature stima che ogni anno vengano uccisi 600 leoni per farne trofei. Cecil era studiato dal 2008 dall'università di Oxford per cercare di capire quali sono le cause del declino della popolazione di questi felini e comprendere quali sono le minacce per la specie. Il dibattito sulla caccia agli animali rari è da anni al centro delle attività di diverse no profit. Quest'anno  ad esempio c'erano state forti proteste per la vicenda del cittadino texano che aveva pagato 350.000 dollari per cacciare un rinoceronte in Namibia.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]